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«Ho letto con stupore le dichiarazioni della consigliera regionale Wanda Ferro in merito al ritiro, nell’ultima seduta del consiglio regionale, della proposta di legge regionale, conosciuta come “Calabria Golf Destination”. Uno stupore che è andato via via tramutandosi in incredulità a causa delle tante inesattezze utilizzate nella contro disamina dalla collega Ferro.
Doverosa, quindi, la mia replica -scrive Orlandino Greco, consigliere regionale, con le opportune chiarificazioni.
Innanzitutto, in riferimento ai cinque impianti da golf da 700 mila metri quadrati che si prevedono in Calabria è da precisare che sono da realizzare conformemente agli standard europei (almeno 18 buche) e che non possono essere paragonati a 70 campi di calcio, poiché trattasi di ben altro tipo di intervento con bassissimo impatto ambientale ed inseriti in un ampio disegno di riforma dell’intera offerta turistica calabrese. Tali interventi saranno accompagnati e sostenuti da diversificate iniziative della Regione relative ad altre offerte turistiche mirate a tutelare e esaltare i paesaggi rurali tradizionali, alla rigenerazione sostenibile dei borghi storici a vocazione turistica e alla valorizzazione della dieta mediterranea.
Mi meraviglia che si ritengano di forte contrasto con la zona agricola i soli 5 campi da golf previsti per la Calabria, quando l’Inghilterra ne possiede 2.800, la Germania 534, la Svezia 450, la Francia 509 e così via. Allora cosa vuol fare intendere la consigliere regionale Ferro? Che questi Paesi sono meno riguardose dell’ambiente rispetto alla Calabria? Sarebbe bizzarro e ridicolo ammettere ciò.
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Bisogna invece evidenziare che degli impianti è irrisoria la volumetria realizzabile in quanto resta identica agli indici volumetrici tipici della zona agricola (0,03 mc/mq). Quindi nessuna cementificazione oltre quanto già consentito per la zona agricola ma solo una diversa destinazione residenziale, da rurale a turistica, del tipo in realtà agrituristica. Infatti i progetti dovranno rispettare obbligatoriamente i caratteri storico tradizionali del paesaggio in cui si collocheranno e nel pieno rispetto dei territori e delle comunità e saranno i Comuni a dover dare impulso a questo tipo di iniziative attraverso l’indizione di conferenze di servizi. Dopotutto è proprio la valorizzazione delle caratteristiche architettoniche e ambientali tradizionali locali uno degli obiettivi fondamentali previsti nella programmazione di questa proposta turistico-sportiva.
Inoltre, è opportuno precisare che si tratta d’interventi che elevano qualitativamente la dotazione delle aree “standard” di un territorio che, in quanto costituenti servizi di interesse pubblico e che godono di finanziamento pubblico, non sono affatto in contrasto con l’Art. 65 della Legge Urbanistica Regionale vigente ma perfettamente in linea con essa. A maggior ragione non può parlarsi di spregio al principio di consumo di suolo zero, di cui all’art. 27 Quater, in quanto la consigliere dimentica che proprio tale articolo di legge è stato da me proposto nel dicembre 2015 ed emendato e recepito nella L.R. 40/2015 che ha innovato la Legge Urbanistica Regionale. Sono a conoscenza, quindi, che il principio del consumo di suolo zero non si riferisce a campi di verde sportivo bensì al risparmio di suolo da costruzioni, cioè mediante l’impermeabilizzazione dei suoli agricoli a causa dell’insediamento edilizio vero e proprio.
Non in ultimo, in riferimento alla possibilità di vendita delle iniziative solo dopo 5 anni, chiarisco che trattasi di vincoli tendenti ad assicurare la non modifica della destinazione sportiva una volta realizzate, secondo specifiche condizioni in linea con le altre esperienze europee maturate nel settore.
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Nella sua analisi la Ferro omette di dire o probabilmente non ne è a conoscenza, che oggi dei 25 milioni di golfisti indirizzati verso destinazioni nel Mediterraneo, ben il 32% ha cancellato dal proprio itinerario importanti mete come la Turchia, l’Egitto e la Tunisia, per i noti problemi geopolitici. Se la Calabria fosse stata già pronta con quanto previsto dalla proposta di legge, la stima delle presenze sarebbe di oltre 300 mila turisti. Creare degli impianti di golf non solo funzionerebbe ma potrebbe dare nuove opportunità anche alle strutture ricettive che oggi in Calabria lavorano mediamente 60 giorni all’anno, coinvolgendole e mettendole in sinergia per accogliere i turisti golfisti tutto l’anno. Realizzare questo progetto di destagionalizzazione e diversificazione del turismo garantirebbe soprattutto nuovi posti di lavoro, ogni impianto da 18 buche impiega mediamente 60 dipendenti oltre all’incalcolabile numero di professionalità necessarie a gestire le strutture ricettive annesse.
In conclusione, mi preme nuovamente sottolineare, che tutto questo è a costo zero per la Regione perché gli oneri finanziari saranno interamente sostenuti da investitori privati e rammento alla collega, forse distratta nell’ultima seduta del consiglio regionale, che proprio per evitare ulteriori rinvii e interruzioni al fine di rendere la proposta di legge più condivisa possibile e recependo anche le osservazioni pervenute dalla minoranza, questa non è stata rinviata alla prossima seduta del Consiglio ma sarà ridiscussa integralmente in Commissione».