Per la Lega è tempo di resa dei conti. Mercoledì, a Roma, tutto lo stato maggiore calabrese sarà al cospetto di Matteo Salvini, che avrà il difficile compito di ridisegnare l’assetto del partito regionale – fiaccato dal deludente risultato delle ultime Regionali – e di riportare la pace tra i suoi litigiosi dirigenti.

Sarà una riunione cruciale perché il nuovo organigramma del Carroccio calabrese avrà giocoforza un ruolo decisivo per le candidature alle prossime Politiche. E, tra i salviniani, non sono pochi quelli che aspirano a un posto al sole.

L’ultimo vertice

Nel corso del vertice di mercoledì scorso, a cui hanno preso parte rappresentanti istituzionali e dirigenti di primo piano, è stato fatto il punto sulla situazione del partito. Più di un presente avrebbe ribadito la necessità di rilanciare la Lega calabrese e di chiudere un commissariamento che dura ormai da tre anni. Sulla graticola ci sarebbe soprattutto l’attuale responsabile regionale, Giacomo Francesco Saccomanno, la cui leadership si è via via indebolita negli ultimi mesi ed è contestata da una larga parte di salviniani.

Qualcuno ipotizza che, tra due giorni, l’ex ministro dell’Interno potrebbe perfino decidere di rimuovere dall’incarico l’avvocato rosarnese e di affidare il partito a una personalità più gradita al grosso della truppa verde. Salvini avrebbe comunque assicurato la celebrazione del congresso regionale dopo le prossime Amministrative. Ma intanto – questo il suo ragionamento – è necessario riorganizzare la Lega nel territorio. Per questo ai calabresi è stato chiesto di portare al tavolo di mercoledì prossimo cinque rose di nomi, da cui verranno infine pescati i nuovi commissari provinciali, ognuno dei quali coadiuvato da due vice.

Secondo i bene informati, a Catanzaro dovrebbe spuntarla Giuseppe Macrì, mentre si parla di Arnaldo Golletti e Marika Reale per il coordinamento di Cosenza, di Franco Recupero ed Emiliano Imbalzano per Reggio (entrambi sostenuti dal consigliere regionale Giuseppe Gelardi) e di Michele Pagano per Vibo.

Insofferenza e congiure

Non sarà facile mettere tutti d’accordo. Anche perché, a parte la diffusa insofferenza verso Saccomanno, Salvini dovrà usare tutto il suo mestiere per far rientrare nei ranghi l’area di Nino Spirlì. L’ex presidente ff della Regione, malgrado le ripetute smentite via social, è di fatto alla testa di un nutrito gruppo di leghisti delusi che, ormai da diversi mesi, chiedono una maggiore considerazione nei tavoli che contano. 

L’«ala spirliana» – di cui farebbero parte anche il sub commissario regionale Roy Biasi e la consigliera regionale Simona Loizzo – sarebbe entrata in contrasto con i vertici regionali e romani subito dopo l’affossamento del ticket che avrebbe dovuto vedere l’ex presidente nel ruolo di vice del governatore Roberto Occhiuto. Nelle ricostruzioni di questa corrente, un ruolo di primo piano in quella che viene definita come una vera e propria «congiura» contro Spirlì lo avrebbe avuto Tilde Minasi. Un sospetto cresciuto nel tempo e per alcuni divenuto certezza quando la politica reggina, sebbene non eletta in Consiglio, è stata nominata assessore della Giunta regionale. 

«L’area che si riconosce nelle posizioni di Spirlì – spiega un dirigente leghista – pretende una svolta, altrimenti potrebbe anche decidere di sbattere la porta e andare via». Tutti i nodi sono destinati a sciogliersi tra due giorni. È la resa dei conti della Lega calabrese.