Il consigliere di Forza Italia è rimasto isolato dopo le perplessità degli altri componenti della maggioranza. Ma l’altro firmatario eletto nella lista di de Magistris non arretra: «Questione di civiltà democratica, polemiche strumentali»
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Non ci sarà alcuna discussione – ma solo un opportuno chiarimento - in maggioranza, sulla proposta di modifica del Regolamento interno del Consiglio regionale, relativa alla possibilità di tenere da remoto le sedute di Conferenza dei capigruppo, giunte e Commissioni.
Semplicemente perché Giuseppe Mattiani ha comunicato attraverso una nota di aver ritirato la propria firma dalla proposta, che rimane viva, perché firmata anche da Ferdinando Laghi (de Magistris presidente) che in un’altra nota fa sapere che non rinuncerà ad una legge che ritiene «un passo avanti sostanziale per una maggiore e migliore produttività del Consiglio regionale».
Mattiani: «Non c’è la necessaria serenità per discuterne»
«Ho deciso di ritirare la mia firma – scrive l’azzurro Mattiani - dalla proposta di provvedimento di modificazione del Regolamento Interno del Consiglio Regionale che mirava a garantire il regolare svolgimento delle attività istituzionali in circostanze emergenziali, imprevedibili e di urgenza, nonché a consentire ai componenti degli organi di partecipare da remoto, in modalità audio/video, alle relative adunanze, sempre, in circostanze emergenziali, imprevedibili e di urgenza, ad eccezione delle sedute dello stesso Consiglio regionale».
D’altra parte il consigliere di Forza Italia ritiene «non vi siano allo stato le condizioni per discutere in serenità della proposta, paradossalmente, di provenienza dai banchi della minoranza».
In realtà Mattiani è stato in qualche modo isolato dalla maggioranza e dai capigruppo che con il presidente dell’Assemblea Filippo Mancuso hanno mal digerito la firma sotto la proposta di legge. Di più, proprio la maggioranza, che era pronta a mettere nero su bianco la propria contrarietà alla proposta, ha deciso di fissare una riunione per martedì prossimo, proprio per stigmatizzare l’accaduto e fissare delle regole ben precise in ordine alla presentazione delle proposte di legge.
Ma Mattiani, si dice anche «basito di fronte alle pretestuose accuse rivolte dal gruppo del Partito democratico che, evidentemente, incapace di rendersi propositivo nelle sedi Istituzionali, utilizza gli organi di stampa non soltanto per attaccare me consigliere di maggioranza e quotidianamente presente a lavorare in Consiglio regionale, ma addirittura per fare opposizione all’opposizione e, nella specie, accusando un galantuomo come il Consigliere di minoranza Laghi».
«Continueremo a lavorare nell’interesse dei Calabresi – conclude Mattiani - a differenza di chi predica bene, ma che spesso ama starsene comodamente seduto in poltrona lontano da Reggio Calabria».
Laghi: «Apre a nuove possibilità di partecipazione»
Proprio Ferdinando Laghi, sembra perdere quell’aplomb che lo contraddistingue definendo «sorprendente, strumentale e del tutto infondata» la polemica sollevata a stretto giro di posta dal Partito democratico, rispetto ad una proposta che, per lui, «apre nuove possibilità di partecipazione democratica ad alcune delle attività istituzionali in Consiglio regionale» e soprattutto «poco si presta a fraintendimenti, se non dolosi».
D’altra parte per l’esponente del gruppo “de Magistris presidente” si tratta di una legge che, «seppur in ritardo, mette la Calabria in linea con la maggior parte delle Regioni italiane - sia quelle governate dal centro destra che dal centro sinistra -; una risposta ad alcuni dei problemi già evidenziati dalla pandemia; un intervento normativo a favore della digitalizzazione, come richiesto e sollecitato anche dall’Europa; un passo avanti sostanziale per una maggiore e migliore produttività del Consiglio regionale».
Questo è quindi il senso e la lettera della proposta. «Chi sostiene il contrario, parlando a sproposito, tra l’altro, di smart working – aggiunge Laghi - o non l’ha letta affatto o, peggio, cerca di mistificarla».
Dopo aver spiegato alcuni passaggi della proposta, legati anche all’esperienza della pandemia da Covid 19, sostiene che chi frequenta con assiduità le Commissioni, come lui, inoltre, tante volte ha constatato l’assenza di auditi, impossibilitati a partecipare per vari e validi- motivi. «Altre volte, invece, ho verificato gravi disagi occorsi, sempre agli auditi, a seguito della loro partecipazione. Disagi soprattutto per motivi di salute, come nel caso delle persone con disabilità, o addirittura veri e propri rischi, che possono riguardare i testimoni di giustizia o altri con problemi di sicurezza personale. Per questo è stata prevista la partecipazione a distanza per auditi impossibilitati ad essere presenti per “concomitanti impegni istituzionali o ragioni d’ufficio, di salute o di sicurezza pubblica».
Per concludere, Laghi, si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «qualcuno ha paventato che i Calabresi non siano in grado di capire una legge che è invece chiarissima, oltre che opportuna, utile e moderna. Personalmente - conclude il consigliere regionale - non ho alcun timore in tal senso. Semmai, ad essere preoccupante è il livello di comprensione di componenti del Gruppo del Pd in Consiglio regionale».