I due consiglieri regionali esortano il governatore Oliverio a non dare il via alla procedura: «La designazione ha natura fiduciaria, si proceda a consultazioni avvenute»
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«Le elezioni sono ormai prossime, la giunta è in carica per l'ordinaria amministrazione, maggioranza e governo regionale perdono pezzi, eppure il presidente Oliverio continua imperterrito nelle nomine».
È quanto affermano, in una nota, i consiglieri regionali Gianluca Gallo, capogruppo della Cdl, e Fausto Orsomarso (Misto-FdI) facendo riferimento alla nomina del nuovo direttore dell'Agenzia della Regione per le erogazioni in agricoltura.
«Attraverso un bando pubblicato lo scorso novembre, dopo essere rimasto fermo in qualche cassetto per un anno e più - sostengono Gallo e Orsomarso - il Dipartimento Agricoltura ha diffuso un avviso di manifestazione di interesse ai fini della costituzione di un elenco di candidati idonei e disponibili all'assunzione dell'incarico, da designarsi poi a cura del presidente della giunta regionale. Si fosse trattato di un concorso pubblico, soggetto a stringenti requisiti di trasparenza e scelta, non ci sarebbe stato nulla da obiettare. In questo caso, invece, avverrà qualcosa di assurdo. Probabilmente già attorno a Natale, ad un mese dal voto, pur essendo in carica per l'ordinaria amministrazione, il presidente della giunta regionale si troverà a poter nominare un direttore fiduciario, che resterà in carica per il prossimo quinquennio, sostanzialmente sostituendosi dunque ai suoi successori. Per come di tutta evidenza - sottolineano i due consiglieri del centrodestra - si tratta di un modus procedendi ai limiti della legittimità, di certo inopportuno e politicamente censurabile: dopo aver atteso mesi per avviare una procedura che era ai nastri di partenza già nell'ottobre del 2018, il Dipartimento Agricoltura ha dato il via all'iter soltanto adesso, in piena fase elettorale, con l'innegabile risultato di consentire in fase di prorogatio ad un presidente uscente, ormai privo di maggioranza e con diversi assessori in libera uscita se non già dimessisi, di procedere a nomine dal sapore elettoralistico, che finiranno con il pregiudicare le scelte del futuro governo regionale. Uno scenario che se la decenza ed il pudore fossero ancora di casa nel Pd, imporrebbe ad Oliverio di non dar corso alla nomina, di astenersi da essa e di rimettere tutto al prossimo Esecutivo. Per come dimostra la politica di occupazione della macchina burocratica sin qui portata avanti - concludono Gallo e Orsomarso - certamente il nostro invito alla sobrietà ed al garbo istituzionali cadrà nel vuoto, ma non per questo verrà meno il nostro ruolo di controllo, in base al quale, oggi, denunciamo l'ennesimo ferita che Oliverio ed il suo Pd si accingono ad infliggere ad una Calabria martoriata, ridotta in ginocchio dopo cinque anni di malgoverno».