Corsa contro il tempo per evitare che, il prossimo, possa davvero diventare un venerdì 13 per il Comune di Lamezia. Il 13 novembre, infatti, è il termine ultimo entro cui inviare al Ministero la rimodulazione del piano decennale di riequilibrio, adottato dalla precedente amministrazione Speranza. Un termine perentorio: se entro quella data non verrà inviato il piano, il rischio dissesto sarà fortissimo. Negli ultimi giorni i tecnici del Comune hanno lavorato incessantemente allo strumento contabile. Persino il sindaco, Paolo Mascaro, ha ridotto al minimo ogni altra incombenza per concentrarsi solo sul piano decennale di riequilibrio. Ma la corsa e la concitazione non hanno evitato, alla giunta, di arrivare sul filo di lana alla approvazione. Nei giorni scorsi, infatti, la giunta ha approvato lo strumento e lo ha inviato al collegio dei revisori per il parere. Un parere che, però, nel pomeriggio di ieri non era ancora arrivato. Questo ha ulteriormente rallentato l'iter. Infatti, il piano, prima di approvare in consiglio comunale per la definitiva adozione, deve passare per la commissione bilancio, convocata per le 8.30 di questa mattina. Solo dopo, ma siamo già all'11 novembre, si potrà convocare la conferenza dei capigruppo per fissare la data del consiglio comunale. E qui arriva il problema più grosso. Il termine del 13 novembre, infatti, è noto da almeno tre mesi. Non si dovrebbe quindi considerare un consiglio comunale straordinario. Essendo quindi ordinario, come consiglio, il termine minimo da rispettare per la convocazione è di 72 ore dall'avviso ai consiglieri. Posto che entro oggi nel primo pomeriggio si riesca a fare tutto con i capigruppo, la prima data utile sarebbe sabato 14 novembre, peraltro di pomeriggio. Si potrebbe, per ovviare al problema, fare una forzatura e considerare la convocazione come urgente, per cui basterebbero solo 24 di preavviso. Quindi già domani pomeriggio, 12 novembre. Oppure, forzare ancora di più, far convocare il consiglio già questa mattina, senza passare per la conferenza dei capigruppo e riunirsi domani mattina. Anche se va detto che la convocazione dell'assise attraverso la conferenza dei capigruppo, è più una consuetudine che una norma statutaria. Peraltro, da quanto sembra, il piano approvato dalla giunta conterrebbe alcune inesattezze che dovranno essere sanate con un apposito emendamento già predisposto. Detto tutto ciò, due considerazioni. La prima: cambiano i colori, cambiano gli esponenti politici, ma quando si tratta di termini da rispettare, questo Comune ci arriva sempre sul filo, se non addirittura, come spesso capita, anche oltre. Evidentemente il problema non sono solo gli organi politici. Seconda considerazione: tutto quanto sopra, fatto salvo il parere favorevole del collegio dei revisori. Al momento in cui scriviamo, infatti, non ne conosciamo ancora l'esito. Non dovesse essere favorevole, tutto rischierebbe di andare a farsi benedire. Con buona pace del partito del non dissesto.

Guglielmo Mastroianni