Chi sperava che l’incontro di Catanzaro tra il segretario regionale Ernesto Magorno, quello provinciale Enzo Bruno, la senatrice Doris Lo Moro e i cinque papabili a rappresentare il Pd alle primarie lametine, potesse servire a dipanare la matassa e a riuscire, finalmente, ad arrivare a capire chi fosse il competitor del democrat nella competizione del prossimo 22 marzo, sarà rimasto di sale.


Nemmeno l’incontro tra i vertici è riuscito a far approdare la nave in porto. I cinque possibili candidati, Italo Reale, Gennarino Masi, Claudio Cavaliere, Peppino Petronio e Pino Zaffina, rimangono allo stato ancora tutti potenzialmente candidabili.


L’indiscrezione, invece, che voleva la senatrice Doris Lo Moro, accanita nel cercare di far pendere l’ago della bilancia sul suo delfino, Claudio Cavaliere, al punto da minacciare, in caso contrario, di candidarsi lei stessa, ha perso di credibilità. La parlamentare sembra non essere intenzionata a rimettere piede a palazzo Maddamme.


Intanto, il comitato dei cinque, ovvero i possibili candidati alle primarie, si sarebbe sciolto per inconciliabili visioni sul piano strutturale comunale. L’approvazione dello strumento urbanistico, infatti, anziché sedare gli animi sta continuando a causare polemiche e rotture.

Non va proprio giù a molti che sia stato approvato con una presenza in aula decisamente risicata, né che non si sappia con certezza che fine abbia fatto il progettista Giovanni Crocioni. In un primo tempo, infatti, sembrava che l’urbanista si fosse dileguato non essendo nelle condizioni di mettere il suo nome su un progetto, talmente modificato dagli emendamenti, da non essere più riconoscibile. Successivamente, l’ipotesi sarebbe stata, in parte, smentita dall’amministrazione. Non una vera propria presa di posizione, ma parole vaghe che hanno contribuito, ad attirare ancora di più, la curiosità sul caso.

 

Tiziana Bagnato