Trasporti, “La Calabria e la Lamezia dimenticate” nel focus targato Patto sociale

Dalla stazione di Sambiase, alla “Locomotiva” di Sant’Eufemia, fino all’abbandono dell’opificio. In conferenza stampa sono state illustrate le emergenze sulle quali il movimento si sta spendendo

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di T. B.
29 luglio 2019
18:12

“La Calabria e la Lamezia dimenticate”. E’ stato questo il nome dato da Patto Sociale alla conferenza stampa con la quale sono stati illustrati i tre nodi nevralgici che riguardano i trasporti sui quali il movimento  ha lavorato e sta lavorando.

 


A partire dalla stazione ferroviaria di Sambiase. «Grazie al nostro lavoro ed alle nostre denunce – ha spiegato Giancarlo Nicotera - nel lontano 2016, sono partiti i lavori alla stazione: dopo la completa ristrutturazione e messa in sicurezza, ancora però nessuna fermata. Mi auguro che venga subito inserita, senza inutili e risibili proclami: altrove si creano metropolitane di superficie e Lamezia Terme ancora deve elemosinare un semplice fermata per una utenza di oltre 22.000 persone».

 

C’è poi la zona della Locomotiva, a due passi dalla stazione centrale di Lamezia, a Sant’Eufemia. «Oggi i passeggeri e gli utenti rischiano l'incolumità fisica, nonché di perdere i treni. Si crea una incredibile ed inutile congestione del traffico, quando a 50 metri dalla Stazione Centrale c'è un'area predisposta naturalmente per accogliere i passeggeri e gli utenti delle linee regionali, nazionali ed internazionali» ha detto Nicotera.

 

Infine, la situazione dell’ex Opificio: «Farò nei prossimi giorni precipuo esposto denuncia alla Corte dei Conti al fine di far valutare e/o accertare l'esistenza o meno di possibili o eventuali responsabilità per mancata, opportuna ed ottimale custodia, vigilanza e gestione e dei beni pubblici» ha detto Nicotera.

 

«In questo luogo di proprietà dei calabresi - ha aggiunto l’esponente di Patto Sociale - si potrebbe creare il più grande snodo gomma-strada ferrata, in quanto è vicinissimo alla Stazione Centrale, all'imbocco autostradale ed all'aeroporto. Nessun posto ha queste caratteristiche ed è anche di proprietà pubblica. È lì fermo da 50 anni, preda di reati ed appetiti criminali. Perché? Non ci fermeremo sino a quando non tornerà dell'effettiva disponibilità della gente di Calabria».

Giornalista
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