Il sindaco replica punto per punto a quanto asserito da Massimo Cristiano e dal parlamentare Giuseppe D’Ippolito: «Nessun ricorso accolto, il Tar ha disposto solo alcuni controlli e la prefettura di verificare come si stava procedendo»
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«Si precisa, anzitutto, che l’amministrazione comunale è parte necessaria del giudizio elettorale ed ha il dovere di costituirsi avendo interesse a sostenere la stabilità del risultato elettorale e dunque a mantenere la proclamazione degli eletti per il funzionamento degli organi di indirizzo politico». Inizia così la nota stampa di risposta e parziale smentita da parte del Comune di Lamezia Terme in seguito alla notizia dello stop da via Perugini sui riconteggi delle preferenze e le notizie diffuse da Massimo Cristiano, candidato a sindaco e ricorrente, e il parlamentare Giuseppe D’Ippolito.
«Contrariamente a quanto avventatamente sostenuto, il Tar non ha accolto i ricorsi proposti dai candidati alla carica di sindaco Zizza e Cristiano, ma ha solo disposto la verifica su alcuni punti critici sollevati dai ricorrenti, già peraltro rilevati dall’ufficio elettorale centrale che, pur potendo, non ha ritenuto di procedere nuovamente allo spoglio dopo aver rilevato gli errori segnalati ed ha proceduto alla proclamazione dei consiglieri eletti e del sindaco».
«I legali del Comune – si legge ancora - non si sono posti in una situazione di contrasto con le operazioni di verifica, ma hanno semplicemente sollevato una questione procedurale che il vice Prefetto Lucia Iannuzzi, alla presenza dei legali dei ricorrenti che hanno avuto la possibilità di interloquire, invece di disattendere, ha ritenuto pertinente e fondata tanto da sospendere le operazioni e chiedere interpretazione autentica al giudice amministrativo sul quesito posto».
«In particolare, i legali del Comune hanno sostenuto che l’attività di verifica chiesta dal Tar, per alcune sezioni elettorali, come quello discusso nell’ultimo incontro, riguardava solo la verifica della somma dei voti attribuiti ad una lista, non facente tra l'altro parte della coalizione che ha sostenuto il Sindaco risultato eletto, e ciò in quanto il dato dei verbali presentava discordanze nei calcoli con palese irrilevanza dell'esito dei controlli rispetto al thema decidendum. Pertanto, - chiarisce l’amministrazione - l’apertura delle schede non avrebbe dovuto comportare un nuovo spoglio con un nuovo esame dei voti di preferenza attribuiti dalla sezione a seguito di scrutinio, perché non richiesto dal Tar; tra l'altro, nella sezione esaminata, l’attribuzione dei voti di preferenza alle liste o ai candidati non risultava contestata nei ricorsi di Zizza e Cristiano e, comunque, era riferita a lista che non ha fatto parte della coalizione degli stessi candidati».
«Durante la seduta in Prefettura, dunque, si è consumato solo un passaggio tecnico-giuridico dal quale non è consentito ricavare un senso diverso da quello sopra delineato o apodittiche conclusioni, in quanto si è discusso solo se il metodo di verifica portato avanti era o meno conforme ed utile rispetto all’esame richiesto dal giudice amministrativo e rispetto alle doglianze sollevate dai ricorrenti. Aspetto di fondamentale importanza è, poi, rappresentato dalla circostanza che le verifiche delle schede delle prime sette sezioni non hanno modificato il risultato dell’esito dello scrutinio nei singoli seggi ed in particolare non hanno aggiunto un solo voto ai candidati sindaci ricorrenti Zizza e Cristiano né alle liste che li sostenevano».
«Pertanto, contrariamente a quanto erroneamente riportato, non si può affermare che le operazioni di verifica abbiamo fatto emergere rilevanti irregolarità ed è necessario attendere le conclusioni del verificatore e la pronuncia del Tar che si attenderà – conclude la nota - con la stessa serenità con la quale si è attesa quella che ha deciso, respingendoli, i ricorsi promossi avverso i risultati delle elezioni del 2015».