“Se verrà accertato che ci sono state interferenze della criminalità e non verrà trovato alcun atto in cui queste interferenze abbiano poi avuto effetto significa che l’amministrazione Mascaro costituisce veramente un baluardo inespugnabile in una città difficile a difesa della legalità e della buona amministrazione”.  Paolo Mascaro è sereno, certo, lo ripete più volte, che non possano essere trovate ragioni per sciogliere il suo consiglio comunale.

 

Durante la conferenza stampa, indetta a pochi giorni dalla consegna da parte da parte della commissione di accesso agli atti della relazione al Prefetto e da questo al ministro dell’Interno, è un fiume in piena. Puntiglioso e preciso come sempre, ma anche con il desiderio di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

 

E’ facile, spiega, ergersi a paladino della legalità in realtà che non sono toccate dalla ‘ndrangheta. E’ eroico, invece, secondo il primo cittadino riuscire a difendere un’amministrazione in contesti che dalla criminalità organizzata sono divorati. Lancia allora la sfida a trovare anche un solo atto che sia stato influenzato dal logiche di mafia. E guarda anche al passato. A quell’amministrazione Speranza sempre descritta dalla stampa nazionale come esempio di legalità ma a cui lui, ha spiegato, ha dovuto revocare più delibere e senza che ci fossero mai ricorsi al Tar.

 

Altro passaggio quello dei beni confiscati. Ventuno quelli di cui il suo governo cittadino ha chiesto l’assegnazione, andando a toccare al cuore i mafiosi. E poi il passaggio sulla giunta comunale ballerina. Prima la sottolineatura che la giunta vibonese ha avuto lo stesso numero di avvicendamenti ma non la stessa attenzione da parte della stampa e poi l’ammissione che forse questi sono stati dovuti al suo carattere difficile a cui però non rinuncia perché il popolo lo ha votato.

 

Infine la chiosa: “Se dovrò essere fucilato mi presenterò a testa alta”.