«Ho lavorato un anno con il massimo impegno, sono sempre stata presente, ho lavorato sodo, senza sottrarmi a nessun tipo di dovere. Ritrovarmi con un decreto di revoca è stato doloroso. Chi lavora vuole essere tutelato e portare avanti i propri progetti. Sono un avvocato, difendo i diritti dei cittadini, stavolta difendo i miei».

 

L’ex assessore del Comune di Lamezia Terme, Graziella Astorino, sembra non avere nessuna intenzione rassegnarsi al benservito ricevuto a settembre dal sindaco Paolo Mascaro. La revoca e le motivazioni che l’hanno accompagnata a suo parere sono illegittime, oltre che arbitrarie, e per questo ha fatto ricorso al Tar contro l’amministrazione e Simone Cicco, l’assessore che ne ha raccolto il testimone.

 

Un anno sofferto quello vissuto dalla Astorino, all’epoca della nomina ad agosto 2016 presidente della commissione Pari Opportunità dell’Udc. Aveva raccolto un ampio bouquet di deleghe, dalla Pubblica Istruzione, Cultura, Politiche Giovanili, Pari Opportunità, Sport e Spettacolo. Ma all’indomani del suo ingresso nell’esecutivo comunale, il presidente del partito, Franco Talarico, si era premurato di far sapere che non era stato l’Udc ad indicarla, arrivando perfino a dichiarare: «Anche oggi, come un anno fa, l’Udc non è presente nella Giunta Mascaro. L’indicazione data dal partito, nella veste autorevole del commissario regionale On. Angelo Cesa, che aveva condiviso quella già resa pubblicamente dall’assemblea cittadina, non è stata seguita né considerata».

 

Poi era arrivata la spinta per le dimissioni, dopo che tra gli indagati dell’operazione Eumenidi era finita la sorella dell’assessore, Angelina Astorino, responsabile del Centro per l’impiego di Lamezia Terme, indagata, con l’accusa di abuso d’ufficio e corruzione. Spinte che si erano fermate quando il Tribunale del Riesame aveva annullato l’ordinanza del gip e revocato la misura interdittiva disposta nei confronti dell’indagata.

 

Pochi mesi e la questione si era ripresentata. A spingere questa volta il Cdu. Appena il tempo per l’assessore di convocare una conferenza stampa per dire che non aveva alcuna intenzione di dimettersi, che il sindaco le aveva revocato l’incarico.
Del provvedimento di revoca - spiega oggi l’assessore nelle vesti di avvocato di se stessa - Mascaro non avrebbe investito né la giunta né il consiglio comunale, venendo così meno alla normativa in materia.

 

Ma è soprattutto quella bocciatura per mancato raggiungimento degli obiettivi che non le va proprio giù: «Nel ricorso ho riportato tutte le linee programmatiche che il sindaco aveva già predisposto, dal 2015 al 2020. Posso dire di averle portate avanti tutte e di avere anche creato dei programmi per settori per i quali non esistevano (Politiche Giovanili, Pubblica Istruzione e Pari Opportunità) proponendo poi di inserirli nel Dup».
Nonostante il rancore per questa vicenda l’ex assessore interviene però cautamente nella vicenda del possibile scioglimento del consiglio comunale di Lamezia, rimarca la stima verso l’operato del sindaco Paolo Mascaro e l’augurio che per il bene della città questa non venga commissariata.


Tiziana Bagnato