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«Non si tratta di dare centralità a Lamezia ma a tutta la Calabria». Il parlamentare di Ala Pino Galati non molla la presa. Quella che sembrava una provocazione, l’idea di unire a Lamezia altri undici comuni confinanti e di realizzare una città metropolitana, non è caduta nel vuoto.
A raccoglierla alcuni sindaci che hanno convocato un incontro per discuterne, parlarne, capire, insomma, se ci sarebbero i presupposti per andare avanti. I primi cittadini si sono ritrovati nei locali della Fondazione Terina. Tra loro i sindaci di Falerna, Gizzeria, Nocera, Platania, Motta Santa Lucia, Maida, San Pietro a Maida. Grande assente il comune che dovrebbe essere capofila dell’operazione, Lamezia, commissariata ormai da poco più di due settimane.
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A dare il suo contributo anche il consigliere regionale del Pd Tonino Scalzo che si era già esposto sulla questione nei giorni scorsi con una nota stampa. Scalzo ha sottolineato l’importanza di inserire in una cornice democratica e normativa l’operazione. Partendo da una legge regionale che indichi come muoversi e pensando poi al referendum che dovrebbe chiedere ai cittadini che cosa ne pensino.
Una risposta non scontata. Basti pensare ai fuochi incrociati che ci sono ancora nella stessa Lamezia che, mentre si appresta a festeggiare i cinquanta anni dalla sua nascita, soffre ancora di forti disomogeneità. I sindaci si sono poi espressi a favore di un’unione piuttosto che ad una fusione chiedendo,in particolar modo, che si pensi ad inquadrare i servizi a livello territoriale a prescindere da un progetto di città metropolitana.
Tiziana Bagnato