Laghi di Sibari, l'emblema di una Regione che non sa fare turismo

Finanziamenti a pioggia per tentare di sanare l'ostruzione del canale degli stombi ma il problema non è mai stato risolto. Oggi il Consiglio regionale approva la Legge Gallo che storicizza gli "aiuti" economici per i Laghi. E intato Graziano tuona: «Serve un progetto definitivo, non contributi»

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14 settembre 2018
16:23

Il turismo nella Sibaritide è l’argomento cardine di ogni discussione e dibattito ma, in realtà, sono in pochi quelli – istituzioni e imprenditori – che di questa risorsa “a costo zero” ne hanno saputo e ne sanno fare davvero leva di crescita e progresso. Basta pensare che, oggi, a metà settembre, nonostante i 30 gradi esterni (che non sono un’eccezione del periodo a queste latitudini), le spiagge dell’alto Jonio calabrese hanno già assunto messo il cappotto. Più del 90% degli stabilimenti balneari sono chiusi, le strutture sono vuote e già si pensa a come poter tirare a vivere in vista della prossima stagione estiva. Che inizierà come sempre a metà luglio e si chiuderà a fine agosto.

Per fortuna non è dappertutto così. Resistono anche qui delle realtà positive, villaggi e residence organizzati da Roseto a Cariati, che hanno “sdoganatao” il turismo estivo fino a metà ottobre. E funzionano! Ma pochi seguono le loro orme. E questo perché spesso, molto spesso, sono le istituzioni a mettere – come sempre – il piede in fallo.


 

I Laghi di Sibari, emblema dell’approssimazione e del fallimento della politica

Tra gli esempi eclatanti delle scellerate e fallimentari politiche per il Turismo che in Calabria hanno perseguito i diversi governi che si sono susseguiti alla guida della Regione, ci sono certamente i Laghi di Sibari. Un villaggio per diportisti, nato negli anni ’70 con l’intento di trascinare a Sud e in Calabria velisti e diportisti lungo la rotta della Grecia. Villette hollywoodiane con i giardini a ridosso del molo, imbarcazioni di grande pregio ed un contesto di lusso immerso in un angolo del Mediterraneo chiuso tra storia, miti e leggende. Fino ad un decennio fa i Laghi di Sibari erano un posto IN. Oggi è un luogo desolato. Dove nessuno vuole più andare. Anzi, dove nessuno può più arrivare. E tutto per colpa di una draga. Quella necessaria disostruire il canale d’accesso tra il mar Jonio e Laghi. Una pala meccanica che nessuno degli Enti competenti, nonostante abbiamo riversato soldi a pioggia per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, è stato capace di acquistare in sostituzione a quella, ormai vetusta, di 40 anni fa.

 

Lo Stombi è un canale navigabile. Il Consiglio regionale approva la Legge Gallo

Poco prima dello scorso ferragosto, prima che l’Astronave dei parlamentari regionali accendesse il motore verso lunghe ferie, il Consiglio di Palazzo Campanella, su proposta del Consigliere Gianluca Gallo, già sindaco di Cassano Jonio, approva una legge straordinaria che storicizzare le somme annuali volte alla manutenzione della darsena e che riconosce lo Stombi non più come fosso di scolo ma come canale navigabile. Tutti a questo punto si attendevano un colpo di coda di fine estate della Regione, affinché aprisse definitivamente le bocche a mare e permettesse ai natanti di ritornare a popolare il porticciolo turistico di Sibari. E invece – come qualche giorno fa ha commentato ironicamente Gallo dalla sua pagina Facebook – la Regione si è limitata a fare una “grattatina di fine estate” allo sbocco dello Stombi.

 

«Non serve una legge straordinaria. Serve un progetto che risolva definitivamente il problema»

A ritornare sulla questione, nelle ultime ore, è stato l’ex Segretario questore del Consiglio regionale e presidente del movimento Il Coraggio di Cambiare l’Italia, Giuseppe Graziano. «Quello che poteva essere limitato nell’alveo degli interventi straordinari per garantire l’accesso ad un servizio – aggiunge e precisa Graziano in una nota – si è trasformata negli anni in una questione, fino a sfociare di recente in una vera e propria emergenza. E questo perché chi si doveva occupare di rappresentare le istanze di questo territorio in seno alle istituzioni regionali ed evidenziare, con dati alla mano, necessità e problemi ha fatto solo propaganda spot. Anche contraddittoria». Critiche a tutto spiano e mirate all’indirizzo di Gianluca Gallo. Reo, ad avviso di Graziano di aver scritto una legge «senza cognizioni di causa e senza alcun principio. Prova ne è -aggiunge - che, alla fine di tutto, l’iter legislativo che doveva finalmente aprire la bocca della darsena al mare, consentendo il transito delle imbarcazioni, e che aveva fatto saltare di gioia qualche consigliere sugli scranni palazzo Campanella, non è servito praticamente a nulla». Insomma, servono soluzioni e non le solite azioni tampone. «Si avvii un tavolo di confronto tra associazione Laghi di Sibari, Comune di Cassano Jonio e Regione Calabria – questa la chiosa di Graziano - per giungere alla pianificazione e al finanziamento di un’opera che elimini per sempre il disagio dell’insabbiamento dello Stombi».

 

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