Il partito trasversale della sanità si è mostrato in tutta la sua potenza. Le differenze politiche sfumano quando si tratta di gestire il 70% dei bilanci di ogni Regione e gli interessi, enormi, che gravitano nel comparto vanno ad incrociarsi con un referendum costituzionale come quello in programma il prossimo 4 dicembre.

 

Una consultazione referendaria sulla quale il governo Renzi, una miscellanea di forze politiche che ha attirato a sé alfieri del centrodestra e del berlusconismo come Verdini e Alfano, si gioca il proprio futuro e che l’entourage del premier non vuole e non può fallire. Tanto da aver orchestrato in ogni dove campagne elettorali specifiche per attirare il massimo dei consensi.

 

In Calabria la moneta di scambio del premier è relativa alle infrastrutture (aeroporti in particolare) e, appunto, sanità. Argomenti ai quali il governatore Mario Oliverio si è dimostrato assai sensibile arrivando a sbilanciare tutta la propria corrente, ex bersanian-cuperlian-d’alemiana, su posizioni renzianissime. La sua speranza è quella di porre fine all’esperienza dei commissari Scura e Urbani in Calabria o, quantomeno, di far uscire la Regione dal Commissariamento. Una possibilità che potrebbe realizzarsi anche con la prossima legge di stabilità, se il governo volesse.

Ed allora questo coacervo di interessi ha fatto sì che ieri a Reggio Calabria, per l’inaugurazione del reparto di Cardiochirurgia si trovassero insieme, alleati in prima fila, il ministro Lorenzin, il governatore Oliverio, il commissario Scura e il suo vice Urbani. Pur di partecipare allo spot elettorale per l’inaugurazione di un reparto che era pronto da dieci anni e per il quale l’attuale giunta ha fatto davvero poco, Oliverio ha accettato di sedersi insieme ai suoi due nemici giurati. E di scoprire di avere comunione di intenti anche con il ministro Lorenzin, l’ex ancella di Giuseppe Scopelliti, e facente parte di quel Nuovo Centrodestra che Oliverio non volle alleato alle regionali per poi “subirlo” più degli altri partiti della sua maggioranza.

 

Tutti appassionatamente insieme per il sì al referendum. Lo ha detto chiaramente il ministro Lorenzin che per non lasciare dubbi sul senso della sua presenza a Reggio, dopo l’inaugurazione ha incontrato l’Ordine dei medici. Ai quali ha spiegato senza mezze misure: "Bisogna dire sì al referendum perchè con la riforma della Costituzione, finalmente, si mette mano al Titolo V della Costituzione e quindi si riorganizza il sistema sanitario a livello nazionale, distinguendo le funzioni delle Regioni da quelle dello Stato e la sanità sarà completamente devoluta ai territori”.

 

Ma i fremiti sanitari dallo Stretto sono stati avvertiti anche a Catanzaro dove si è svolta la Conferenza dei Servizi per l’ospedale della Sibaritide. “Un vero e proprio successo del quale va dato atto al governatore Oliverio”. Il commento non è né di un membro della giunta, né di un iscritto al Pd, ma del forzista (ex?) Giuseppe Graziano che plaude all’operato del centrosinistra. La sanità dimostra, ancora una volta, di avere la capacità di far diventare tutti di un solo partito.

 

 

Riccardo Tripepi