VIDEO | Nei messaggi affidati alla rete è un tripudio di emoticon, che però sono utili anche per descrivere quello che succede nello scenario regionale. Occhiuto sorride, Santelli ringrazia, la maggioranza di Oliverio vacilla, Callipo dà scandalo, i Cinquestelle sono sempre allineati e gli elettori... non ne possono più. Ecco tutte le emoji che servono per commentare quello che accade
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Faccine e facce di bronzo. La politica calabrese, come quella nazionale d’altronde, passa soprattutto sui social, dove ormai tutto si fa e si disfa. Basta un like per intrecciare alleanze, far balenare condivisioni d’intenti o bocciare sortite. Ecco perché, ad esempio, il "mi piace" con cui recentemente Matteo Renzi ha premiato il commento di un utente che lo invitava a liberarsi «di questa zavorra di partito», ha allertato molti commentatori che hanno visto in quell’unico ma inequivocabile clic col pollice alzato i prodromi di una scissione e dell’uscita dal Pd della corrente renziana.
Per restare in tema social, dunque, vediamo di mettere qualche faccina anche noi per descrivere la situazione politica in Calabria.
Lo smile di Occhiuto
Quella con il sorriso è forse l’emoticon più “antica” della rete e agli albori di Internet bastavano due punti, un trattino e una parentesi per rendere il concetto [:-)] di felicità. Così non sorprende che ci sia una faccina sorridente a corredo del sindaco di Cosenza con il presidente nazionale di Forza Italia e presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.
Mario Occhiuto è contento, informa la grafica del social network più popolare, introducendo un post con foto del sindaco della città dei Bruzi. E ne ha davvero motivo, perché ieri, a Roma per un convegno, Occhiuto ha incontrato il braccio destro di Silvio Berlusconi che avrebbe così incoronato quasi ufficialmente la sua candidatura alla presidenza della Regione. Ovviamente in politica spesso non tutto quello che si vede è come sembra.
Jole Santelli ringrazia Tajani
La foto è comunque il sigillo che attendeva il coordinamento regionale guidato da Jole Santelli, che qualche giorno fa ha deciso di scavalcare con un balzo fino a Roma le resistenze che una parte di Forza Italia oppone alla candidatura del sindaco di Occhiuto Mario, fratello di Roberto, vice capogruppo alla Camera del partito azzurro. Nella Capitale, un’altra bella foto di gruppo da postare suoi social: quella del coordinamento regionale che ha designato il sindaco di Cosenza quale candidato di Fi alle Regionali del 2019 (o 2020, ancora non è chiaro).
Aiello ed i Gentile imbufaliti
Una decisione che ha fatto imbufalire Piero Aiello, spalleggiato dai fratelli Gentile, Tonino e Pino, che vedono la candidatura di Occhiuto come una iattura, sebbene la consacrazione ufficiale arriverà solo con la benedizione del presidente del partito, Silvio Berlusconi. Anche se è difficile immaginare che l’ex cavaliere, alle prese in queste ore con un nuovo rinvio a giudizio per il caso escort a Bari, possa smentire la scelta di Tajani al quale ha affidato la grana Calabria. Dopo la foto con il presidente del Parlamento europeo, le tensioni non scompariranno, ma probabilmente si inabisseranno nei percorsi carsici del partito continuando a logorare dall’interno la tenuta di Forza Italia in Calabria, che ora deve fare i conti anche con una risalita nei sondaggi di Fratelli d‘Italia, che recupera terreno ai suoi danni. Insomma, la partita Occhiuto non può considerarsi chiusa e chissà che presto non serva una faccina diversa per commentarla.
La maggioranza di Oliverio scricchiola
Se c’è un’emoticon che probabilmente rende il sentire attuale del presidente della Regione Mario Oliverio è proprio quella preoccupata contraddistinta da una goccia di sudore che scende sulla tempia. Il governatore si è già posizionato da tempo ai blocchi di partenza per tornare a fare il presidente della Calabria una volta finito il mandato, ma il centrosinistra che regge il governo regionale non gode di splendida salute. Ieri, nonostante l’importanza della seduta del Consiglio che avrebbe dovuto approvare tra l’altro il Documento di economia e finanza (Def), la maggioranza ha disertato e Olivero ha dovuto chiedere aiuto al centrodestra affinché assicurasse il numero legale. Non proprio un bel segnale di forza.
Il Pd di Vibo e Callipo scandalizzano
Sempre in casa Pd, non si placa lo sconcerto per quanto successo alle recenti elezioni provinciali di Vibo Valentia, dove un plotone di consiglieri comunali democrat ha portato acqua al mulino del centrodestra, facendo eleggere il candidato "avversario", Stefano Solano, sindaco di Stefanaconi. Ma ancora più scalpore ha fatto il coming out di Gianluca Callipo, sindaco di Pizzo e presidente di Anci Calabria, che a sorpresa ha deciso di sostenere pubblicamente la candidatura di Occhiuto alle prossime regionali, mollando Oliverio del quale era stato l’avversario renziano alle primarie del 2013. Cose da urlo di Munch.
I Cinquestelle tutti allineati
In teoria l’omertà non è nel Dna dei Cinquestellle, che sono nati e cresciuti sull’onda lunga delle denunce sociali e politiche di Beppe Grillo. Eppure nessuno è più abbottonato dei pentastellati quando devono commentare se stessi. Ad esempio, in una terra stuprata dall’abusivismo edilizio come la Calabria, spesso costretta a contare i morti e a tremare di terrore ogni volta che piove forte, sarebbe stato bello sapere cosa ne pensano i parlamentari calabresi del M5s del condono per Ischia e delle sanatorie in generale. Uno squadrone di ben 18 rappresentanti territoriali che potrebbe fare la differenza a Roma, che si limita però a seguire la linea dettata dalla Casaleggio associati. Allo stesso modo, neppure una parola sulle possibili candidature alla Regione, salvo assicurare che spazzeranno via la vecchia politica. Sarà, ma ogni tanto mettere insieme due parole in libertà che non siano quelle preconfezionate dalle “segreterie” nazionali sarebbe già un bel segnale di vero cambiamento.
Gli elettori disgustati
Che piaccia o no, questa è l’emoji più usata dagli elettori calabresi che commentano sui social le avventure di una politica incapace di parlare alle persone e per le persone. Balza agli occhi, infatti, la differenza abissale tra lo scenario nazionale, con Cinquestelle e Lega concentrati costantemente a consolidare il consenso dei propri elettori, e la politica calabrese, con Forza Italia e Pd, eternamente ripiegati su stessi e sulle proprie beghe interne. Mentre Luigi Di Maio e Matteo Salvini comunque fanno politica (a prescindere dai risultati), parlando sempre ai propri sostenitori e facendo leva sui reciproci programmi elettorali, in Calabria gli schieramenti se la cantano e se la suonano relegando i cittadini al ruolo di spettatori passivi del teatrino che quotidianamente mettono in scena.
Enrico De Girolamo