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Calma apparente in casa Pd dopo la faticosa compilazione delle liste per le primarie del prossimo 30 aprile. Il governatore Mario Oliverio, insieme ai suoi, ha di fatto dovuto rinunciare alla possibilità di creare una lista autonoma a sostegno del ministro per l’Agricoltura Martina, così come in un primo momento era stato deciso. L’area autonoma del presidente della giunta è così finita inglobata all’interno del listone unico renziano. L’ex premier, con la sponda del ministro dell’Interno Marco Minniti, ha imposto l’unità sui territori per evitare pericolose contrapposizioni sui territori.
E così i colonnelli hanno trovato l’accordo sul 50% dei candidati tra renziani e martiniani, per come statuito dai plenipotenziari delle rispettive correnti. Oliverio e il deputato renziano Demetrio Battaglia, in particolare, sono stati tra gli attori principali della trattativa che ha portato all’attuale pacificazione. Sugellata anche dalla decisione di candidare capilista nei vari collegi i segretari provinciali del partito.
Una nuova fase si apre nel partito, dunque, in attesa delle primarie, che dovrebbe spianare la strada al rimpasto di giunta. Anche se il governatore non ama questa parola e parla di aggiustamenti. I nomi in uscita sono sempre i soliti, ma stavolta sembra davvero che siano arrivati a fine corsa il vice presidente Antonio Viscomi, ormai in rottura completa con il presidente, e l’assessore al Lavoro Roccisano. Quest’ultima non ha neanche preso parte, almeno pubblicamente, alla fase della convenzione provinciale su Reggio. In bilico, ed anche questa non è una novità, la casella legata all’Urbanistica e alla Pianificazione territoriale, attualmente occupata da Franco Rossi.
Le incertezze, adesso, riguardano la tempistica effettiva dell’assestamento dell’esecutivo e le modalità per procedere alle eventuali sostituzioni. Pare scontato che l’operazione dovrebbe prendere il via dopo le primarie che dovrebbero tributare a Matteo Renzi una grande vittoria, anche nella nostra Regione.
Per quel che riguarda i sostituti da inserire nell’esecutivo, a quanto pare Oliverio, a questo punto, starebbe valutando la possibilità di pescare sempre fra esterni al Consiglio, nel solco delle scelte fatte dopo Rimborsopoli, anche per non alterare l’equilibrio ottenuto con grandissima fatica. Stavolta però ascoltando le indicazioni dei consiglieri e optando per l’assegnazione di alcune deleghe fuori giunta agli stessi occupanti di palazzo Campanella. La discussione sul punto, però, rimane apertissima.
Riccardo Tripepi