Prima l'annuncio in pompa magna del parlamentare di Forza Italia sulla garanzia della continuità lavorativa, poi le colpe addossate ad Alitalia dopo la comunicazione della compagnia ai 35 lavoratori che esclude di fatto il passaggio in Ita (ASCOLTA L'AUDIO)
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Dalle stelle alle stalle. È proprio il caso di dirlo, e anche con tanta amarezza. Perché la profezia di Francesco Cannizzaro non si è avverata. Non sono bastate le interlocuzioni romane «molto intense per una serie di incontri operativi con i vertici di Ita ed Enac e membri del Governo, insieme al neo Presidente della Calabria Roberto Occhiuto», per cambiare il destino, per la verità già molto compromesso, dei lavoratori dell’handling reggino di stanza al “Tito Minniti”.
Il sonno tranquillo dei 35 lavoratori (ormai ex Alitalia) dell’Aeroporto dello Stretto di Reggio Calabria, è durato dalle 17.45 alle 2 della notte. Poi la sveglia da un sogno caldeggiato a lungo e annunciato in pompa magna dal deputato reggino di Forza Italia.
Nel giro di poche ore Cannizzaro esulta – per l’ottenimento di una «deroga insperata, che assicura loro (ai lavoratori, ndr) intanto continuità lavorativa, traghettandoli fino al formale affidamento dei servizi di handling da parte di ITA, che potrà a quel punto procedere con la ricollocazione del personale» – e recrimina – «proprio in queste ultimissime ore, i signori Commissari di Alitalia hanno disatteso sorprendentemente l’accordo che avrebbe salvaguardato la posizione dei loro stessi lavoratori. Un comportamento incomprensibile per cui saranno chiamati a rispondere in Parlamento».
Il risultato finale, e scontato per i 35 lavoratori Alitalia del “Tito Minniti”, è quello di esservi visti recapitare delle lettere in cui non solo si annunciava la messa in cassa integrazione a zero ore, ma si prendeva coscienza anche del fatto che non ci sarà mai un passaggio alla nuova compagnia ITA.
«La informiamo – si legge nelle lettere – che in conseguenza della cessione degli assets del settore Aviation, la relativa attività operativa cesserà a decorrere dal 15 ottobre 2021 e che le conseguenti sopravvenute esigenze tecnico organizzative e/o produttive determinano la necessità di modificare i periodi di sospensione già comunicati. Pertanto, le comunichiamo che, considerata la posizione da Lei ricoperta […] il Suo rapporto di lavoro verrà sospeso a zero ore e senza rotazione a partire dal 15/10/2021 fermo il Suo diritto a godere del trattamento di integrazione salariale nella misura e alle condizioni previste e autorizzate dalla legge».
Insomma, la prima uscita dopo il trionfo alle regionali per Cannizzaro, che trascina con sé il presidente Occhiuto, è proprio da dimenticare. Prestandosi anche a diventare un classico caso che fa scuola, se si pensa a come tutto è avvenuto. Dall’annuncio del risultato raggiunto, in cui vengono pubblicate foto che lo ritraggono insieme all’amministratore delegato di Ita, Lazzerini, in poche ore si passa alle accuse agli insensibili Commissari di Alitalia.
Non è che forse si è agito in ritardo, a due giorni dalla dipartita di Alitalia? Questo in realtà se lo chiedono i lavoratori coinvolti in questa triste vicenda che ricordano come il problema era noto da tempo, insieme al fatto che i contatti fra ITA e Aviaprtner (società che gestirà i servizi di assistenza a terra) erano già in fase avanzata e la trattativa praticamente già definita.