VIDEO | Pochi punti all’ordine del giorno della prossima seduta in programma il 27 marzo. L’assemblea si concentrerà sui due temi più caldi che stanno registrando posizioni critiche anche da parte della maggioranza di centrodestra
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Sarà la sanità, e il rebus del riordino della Rete ospedaliera, a tenere banco nel prossimo Consiglio regionale della Calabria. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo riunita quest’oggi all’ora di pranzo dal presidente Filippo Mancuso che ha anche fissato la nuova seduta per il 27 marzo prossimo, con soli quattro punti all’ordine del giorno, tra cui la proposta di legge di istituzione dell’Agenzia per le aree industriali e l’attrazione degli investimenti, che sostituirà il Corap, e che non aveva trovato i voti necessari per la sua approvazione nell’ultima seduta di Consiglio. Insieme a questo, saranno discusse anche due nomine, quella del Garante per gli animali d’affezione e quella di un rappresentante di Palazzo Campanella nell’Inps, che presumibilmente sarà demandata all’ufficio di presidenza. Non è ancora chiaro se sarà riportata in aula la legge in materia funeraria, i cui emendamenti, erano stati ritirati dall’ultima legge omnibus, anche per la rumorosa contestazione di alcune agenzie fuori dal Palazzo.
Una scelta, quella di limitare l’ordine del giorno, evidentemente dettata dal dibattito sempre più caldo sui temi della sanità che avevano portato nei giorni scorsi il presidente Roberto Occhiuto ad affermare di voler affrontare di petto i rilievi del Ministero rispetto al documento sulla rete ospedaliera licenziato dalla struttura commissariale, ormai più di un anno fa. Una vicenda sulla quale si era gettato a capofitto anche il Partito democratico che aveva sottolineato la necessità di mettere nell’agenda del Consiglio un'informativa sulla rete ospedaliera calabrese, al fine di fare chiarezza su quanto avvenuto e sui tempi previsti per provare a rimettere ordine in un sistema che continua a fare acqua da tutte le parti.
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Dunque, Occhiuto relazionerà all’assemblea legislativa, probabilmente sfruttando l’occasione anche per chiarire il retroscena delle minacciate dimissioni da Commissario ad acta a seguito della decisione del ministro per il Pnrr Raffale Fitto di tagliare i fondi della misura destinati alla sanità per circa 1 miliardo e mezzo di euro.
Temi caldi che testimoniano anche le fibrillazioni in atto tra la Regione e il governo. Basti pensare anche alla presa di posizione dei capigruppo regionali di maggioranza, capitanati dal leghista Mancuso, rispetto al tema dell’autonomia differenziata, venuta fuori al termine di una riunione tenuta nei giorni scorsi e che affidava ai parlamentari di centrodestra il ruolo di sentinelle rispetto all’iter del Ddl Calderoli arrivato nel frattempo alla Camera.
«Assodato, nel disegno di legge votato dal Senato, il superamento dell’iniquo metodo della spesa storica e l’individuazione e contestuale finanziamento dei Lep – si legge in una nota - auspichiamo che si presti attenzione anche alle materie non rientranti nei Lep, che potrebbero essere subito devolute alle Regioni con le relative risorse strumentali e finanziarie. Riteniamo che se per le materie (non Lep) - come la parte della sanità concernente gli stipendi del personale, le infrastrutture, l’energia, le zone speciali, la portualità e il commercio estero - si agisse con immediatezza, mentre si darebbero ulteriori chance di crescita alle regioni del Centro e del Nord, si rischierebbe di frustrare le aspettative delle regioni del Sud».
Tutto faceva supporre che la presa di posizione si sarebbe trasformata in un ordine del giorno o anche semplicemente in una mozione, ma proprio il presidente Mancuso ad apposita domanda ha chiarito che non ci sarà alcun documento ufficiale: «Ci siamo chiesti con i capigruppo di maggioranza quali siano le conseguenze dell'applicazione di questa Autonomia differenziata e quindi, siccome facciamo politica per tutelare il nostro territorio, ci siamo chiesti ovviamente quali potessero essere le conseguenze nel caso di approvazione della legge e le ripercussioni sul nostro territorio qualora fossero avocate alle regioni alcune materie che non sono oggetto di lep, perché con i Lep siamo a posto, nel senso che se saranno finanziati i Lep si può chiedere la gestione di alcune materie, però ci sono alcune materie fuori Lep che vanno regolamentate, quindi l’avocazione alle Regioni di alcune materie fuori Lep andrebbe maggiormente approfondita per non arrecare danni al territorio che rappresentiamo».
Il ministro Fitto: «Nelle prossime ore attiveremo confronto con le Regioni»
Nelle prossime ore, il governo attiverà «uno specifico confronto con le Regioni finalizzato all'esatta individuazione degli interventi finanziati con le tre differenti fonti: Pnrr, Pnc e fondo ex art. 20 della legge n. 67 del 1988». Lo assicura il ministro del Pnrr, Raffaele Fitto, dopo le polemiche sulle rimodulazione dei fondi per gli investimenti in sanità. «Il dibattito parlamentare sarà l'occasione per entrare nello specifico dettaglio di tutti i punti», aggiunge.