Così il primo cittadino di Riace, in sciopero della fame da tre giorni, a margine della conferenza stampa con il presidente della Regione: «La mia battaglia proseguirà fino a quando non verrà qui Mattarella»
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«La mia battaglia proseguirà fino a quando non verrà qui il presidente della Repubblica o fino a quando dal ministero dell'Interno non arriveranno i fondi che ci spettano per servizi già svolti». Lo ha affermato il sindaco di Riace, Domenico Lucano, parlando con i giornalisti a margine della conferenza stampa con il presidente della Regione: Lucano è da tre giorni in sciopero della fame per protestare contro la mancata erogazione di fondi nazionali per l'accoglienza dei migranti.
«L'erogazione di questi fondi - ha proseguito Lucano - è un atto dovuto nei confronti di una comunità di oltre 300 persone. Non comprendo come Prefettura e ministero dell'Interno abbiano potuto pensare che potesse andare avanti una comunità di oltre 300 persone senza questi fondi. In una terra come la Locride, area depressa della Calabria, e in un periodo di grave crisi soprattutto per la mancanza di lavoro noi qui - ha rilevato il sindaco di Riace - abbiamo fatto un piccolo miracolo, ma adesso siamo sulla strada di non ritorno. Non mi resta altro da fare, davanti a pretesti burocratici assurdi che ti fanno entrare in un tunnel da cui non si esce.
C'è un clima di odio in Italia, un accumulo di tensione che sta durando da alcuni mesi - ha affermato ancora il sindaco Domenico Lucano - C'è una deriva disumana, assistiamo alla chiusura dei porti e all'innalzamento dei muri, questo governo si sta macchiando di crimini contro l'umanità. Una deriva poi che c'è anche in Europa. Qui a Riace abbiamo persone che vengono da mondi in cui ci sono guerre e conflitti e abbiamo quindi una percezione più alta della problematica. La mancata erogazione dei fondi per me è stato un fattore scatenante. Anche il dibattito politico sull'immigrazione a livello italiano ed europeo - ha concluso il sindaco di Riace - qui lo percepiamo in modo molto alto: quello che sta accadendo non ha precedenti».
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