VIDEO | Il consigliere regionale cosentino e uomo del vice segretario nazionale democrat in Calabria, in una intervista al nostro direttore, Pasquale Motta, ha spiegato il perché bisogna lavorare ad un accordo strategico tra 5s e Partito democratico. Il profilo politico di Oliverio dovrebbe suggerirgli un atteggiamento che consenta al partito di affermare la sua linea, liberando il campo da impraticabili ambizioni personali
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Parte il governo Conte bis e, com’era prevedibile, le conseguenze sul territorio non tardano a farsi sentire. La Calabria è una di quelle regioni che potrebbe essere la testa d’ariete, politicamente parlando, per sperimentare sul territorio la possibilità che l’alleanza di governo diventi un patto strategico per fermare il centrodestra in salsa leghista. Carlo Guccione, consigliere regionale del PD, e storico oppositore di Mario Oliverio, ne è convinto. Il consigliere regionale cosentino, infatti, non è uno qualsiasi nella nuova nomenclatura a guida Zingaretti. L’ex assessore regionale al lavoro nella prima edizione della giunta regionale a guida Oliverio, è l’uomo di fiducia di Andrea Orlando, ex Ministro della Giustizia nei Governi Renzi e Gentiloni e attuale vice segretario nazionale del PD. Le sue previsioni fino ad ora si sono rivelate tutte azzeccate, compreso quella più ardita qualche mese fa, e cioè che il PD nazionale avrebbe mollato il Governatore calabrese.
Abbiamo chiesto all’onorevole Guccione se ritiene ipotizzabile un’alleanza con il M5S in Calabria. Sul punto Guccione non ha dubbi.
«Credo che non solo sia ipotizzabile ma la si deve considerare strategica ai fini di un rinnovamento della politica del paese e della nostra Regione –ha esordito il consigliere regionale democrat- un'alleanza strategica per far cambiare passo e dare quella spinta al cambiamento del paese che è necessaria. Ciò ci consentirà di individuare degli obiettivi che sono quelli dello sviluppo, del lavoro –ha proseguito- in un rapporto virtuoso con l’Europa. E’, dunque, ipotizzabile che un’alleanza strategica di questo tipo sul piano nazionale non può che essere estesa sul piano regionale. In tal senso ci sono già contatti sul piano regionale per dar vita ad alleanze di tipo regionale».
Mario Oliverio, tuttavia, non ha ancora rinunciato alla sua candidatura, come riuscirete a conciliare questa la pretesa del Governatore uscente, che ultimamente ha lanciato tra gli iscritti una campagna per le primarie e i propositi di una eventuale alleanza con i pentastellati?
«Il cambiamento di fase a livello nazionale ci impone che in Calabria bisogna fare altrettanto, non possiamo essere costretti a sposare il candidato perdente. Questa esperienza di governo regionale a guida Oliverio ci lascia un Pd isolato e diviso. Oggi abbiamo la possibilità di poter competere e vincere ma questo significa un cambio di passo. Io a differenza di quanto sostiene il responsabile del mezzogiorno del PD, Oddati, ritengo che quella di Oliverio, sia stata un'esperienza fallimentare, pensiamo alla sanità e i rifiuti. Come si fa a criticare il decreto Calabria se nel frattempo in questi cinque anni abbiamo distrutto il dipartimento Salute? C'è un solo dirigente generale con sei deleghe ad interim e mancano 83 dipendenti. Il commissario è solo. Con un dipartimento non c'è. Quindi ci sono delle responsabilità del Commissario, ma anche della Giunta Regionale che ha svuotato il dipartimento. Una nuova alleanza di governo ci permetterebbe di mettere in campo un progetto politico di governo che ci può far vincere, ma bisogna partire dalla revisione del decreto Calabria con l'obiettivo di uscire dal piano di rientro. Questo tema sarà al centro della discussione con M5s e delle altre forze civiche che vogliono far parte di questo progetto insieme agli altri temi del Mezzogiorno: lavoro e investimenti su infrastrutture moderne come l'alta velocità. Dobbiamo avere un progetto organico e non a tempo. Dopo 5 anni non tutto questo c'è. Anzi stiamo tornando indietro come si evince da tutti gli indicatori economici. Oggi si apre una nuova prospettiva, dare alla Calabria un nuovo Governo con il Pd protagonista, insieme alle altre forze di governo nazionale, affinché la Calabria esca da queste difficoltà economiche».
Onorevole Guccione, quale dovrebbe essere l’identikit del candidato Presidente funzionale a questa alleanza?
«Sulla selezione del presidente si deciderà insieme, prima il progetto e il programma di governo. Ovviamente noi lavoriamo per vincere, non ci accontentiamo. C'è una parte del gruppo dirigente Pd che invece si accontenterebbe, pur di rimanere a galla, anche di stare all'opposizione nel prossimo consiglio regionale. Credo sia giusto il ragionamento di Zingaretti di essere Pd, che significa rappresentare una spinta propulsiva al cambiamento e dobbiamo farlo anche e soprattutto in Calabria».
Oliverio ha più volte affermato che lui si candiderà anche senza l’appoggio del Pd. E poi gli chiedo quali sarebbero le forze pronte a seguirlo? Ritiene plausibile questa ipotesi?
«Individuare le forze che sostengono Oliverio, al di la di una parte del PD, è difficile. Il profilo e la storia politica di Oliverio non propende per uno strappo con il partito. Credo che la politica debba prevalere. Il Pd nazionale ha fatto una scelta chiara, io non penso si possa proporre una personalità che di per se divide. Ritengo che c'è un momento in cui si debba fare un passo indietro e consentire al proprio partito di poter svolgere quel ruolo per dare un governo serio e di cambiamento e per dare risultati alla nostra regione».
Quali sottosegretari calabresi intravede in questo governo, ci potrebbe essere qualcuno vicino a Oliverio?
«Credo che se ci saranno sottosegretari calabresi saranno in linea con il processo di cambiamento che il PD ha messo in atto».
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Quando si voterà secondo Lei?
«C'è tempo per votare a novembre, 60 giorni prima Oliverio potrebbe indire le elezioni e ancora ci sono i termini per il decreto. Le altre scelte sono l'ultima domenica di gennaio o il 9 febbraio 2020. Tuttavia, il problema non è quando si vota, la questione penso vada armonizzata con le altre regioni e con il Ministero dell'Interno. Ritengo che su questo non si possa fare strategia ma prima diamo la parola ai calabresi meglio è».
Secondo Lei quanto durerà questo Governo?
«Penso che questo governo finirà la legislatura nel 2023, c'è un'affinità programmatica e di valori tra M5s, PD e Leu e possono rappresentare un punto di svolta».
Ultima domanda: secondo Lei Occhiuto alla fine sarà il candidato del centrodestra?
«Mario Occhiuto credo non sarà il candidato di centrodestra. Anche il centrodestra è diviso. Ad oggi mi dicono che Occhiuto non sarà neppure il candidato di Forza Italia, se riesce metterà in campo una coalizione civica. Fin qui la posizione e le previsioni di Carlo Guccione che, sostanzialmente, smontano pezzo dopo pezzo le argomentazioni di coloro che ancora si affannano a difendere la ricandidatura di Mario Oliverio. Tuttavia, i militanti di alcuni circoli, l’altra sera, hanno dato vita ad una sorta di sit-in su corso Mazzini a Cosenza per sostenere la campagna per la primarie. Quello che emerge, che tali posizioni risultano molto isolate e confinate solo alla provincia di Cosenza. E comunque, poca partecipazione anche a Cosenza. Indifferenza dalle altre province calabresi. Il segretario provinciale del PD di Catanzaro, addirittura ha rimproverato il governatore, il quale, secondo il segretario democrat del capoluogo, il governatore più che delle primarie dovrebbe preoccuparsi di risolvere la nuova emergenza rifiuti. Difficile, a questo punto, comprendere su come andrà a finire, allo stato, sia a destra che a sinistra, regna solo una gran confusione».
Pasquale Motta