Post regionali, Cannizzaro (Fi): «La giunta sarà mezza politica e mezza tecnica»

Un'intervista al deputato azzurro in cui reclama i risultati ottenuti alle regionali con la vittoria di Jole Santelli e smentisce seccamente le rivendicazioni del Pd: «Il primo partito in Calabria è Forza Italia per distacco»

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di Riccardo Tripepi
9 febbraio 2020
09:57

Alle regionali si è registrata una larga vittoria del centrodestra, così come a Reggio. Eppure il Pd è il primo partito, così come hanno rivendicato i dirigenti democrat guardando soprattutto al risultato reggino…

«Non credo che sia vero, il primo partito è Forza Italia perché necessariamente vanno sommate le liste che sono state espressione diretta del nostro partito e cioè Santelli Presidente Casa delle Libertà. Il risultato delle tre liste supera abbondantemente quello raggiunto dal Pd e dà riconoscimento al lavoro svolto all’opposizione e costituisce una risposta da parte dei cittadini stufi di una classe dirigente della sinistra e del Pd in particolare che hanno governato in maniera pessima sia la Regione che il Comune. Nella nostra Provincia siamo riusciti a rivitalizzare quell’entusiasmo che in politica è necessario per ottenere consenso e a riorganizzare insieme una coalizione di centrodestra pronta ad affrontare le competizioni».


Al Nord il centrodestra è a trazione sovranista, mentre al Sud prevale l’area moderata? Cosa è successo in Calabria?

«Non mi pare una novità che Fi sia centrale nella coalizione e che sia il partito trainante. Del resto è il partito che ha inventato il centrodestra. A livello nazionale è a trazione sovranista, ma in Calabria, a Reggio e in tutto il Sud è Fi a trainare la coalizione. Riteniamo che rispetto agli amici alleati il nostro partito abbia una struttura territoriale più radicata ed esprima tanti sindaci e tanti amministratori. Fi ha voglia a ripartire dal Sud, nasce con Silvio Berlusconi al Nord ma viene rivitalizzata nel Meridione d’Italia. Dopo il dato della Calabria, dove Fi è il primo partito della coalizione e supera la Lega, abbiamo offerto al partito nazionale un modello da esportare nelle altre Regioni dove c’è necessità di una riorganizzazione, così come riconosciuto anche dai nostri parlamentari di tutt’Italia e dalla classe dirigente nazionale del partito».

In ogni caso si procederà ad una riorganizzazione. Potrebbe esserci un avvicendamento nella guida del partito regionale dopo l’elezione di Jole Santelli?

«Il partito ha bisogno di una riorganizzazione soprattutto a livello nazionale con la Calabria che dovrà avere un ruolo centrale. In Regione c’è poco da cambiare, se i risultati sono questi. Jole Santelli fa il presidente della Regione e nei prossimi mesi potrà continuare a fare il coordinatore regionale del partito, poi chi vivrà vedrà. L’importante è essere uniti e coesi così come siamo stati durante questa ultima campagna elettorale».

Che tipo di giunta verrà fuori dal confronto in atto con i partiti?

«Il presidente Santelli sta lavorando, ma c’è da attendere la proclamazione degli eletti. Poi non esiterà a confrontarsi con i leader dei vari partiti per costruire una giunta di grande livello e di qualità, politica o mezza politica, che guardi ad una cosa fondamentale: cambiare il volto e l’immagine della Calabria».

Parla di un esecutivo in parte tecnico e in parte politico?

«Credo che, a prescindere dal caso concreto, questa idea sia assolutamente funzionale in generale e un impianto che serve ad ogni governo regionale per mettere insieme le varie competenze tecniche con quelle politiche che rappresentano le istanze dei territori e dei cittadini. Credo che il presidente Santelli vada verso questa direzione».

Quali le prime cose da fare una volta insediato il nuovo governo regionale?

«Il presidente Santelli non ha bisogno di consigli. Sicuramente come partito e come parlamentari saremo accanto a lei per ripristinare la normalità del funzionamento della macchina amministrativa e burocratica sia per quel che riguarda la giunta che per il Consiglio. Poi serve un cambiamento reale, discontinuità rispetto al passato soprattutto quello recente. Con volontà e impegno quotidiano riusciremo ad imprimere una svolta partendo dai settori strategici».

A breve un altro appuntamento elettorale importante con le comunali a Reggio. Vorrete senza dubbio sfruttare l’onda lunga del successo alle regionali, ma manca ancora il candidato sindaco…

«La politica ha degli step da rispettare. Abbiamo voluto attendere le regionali, adesso con l’entusiasmo della vittoria e soprattutto con la responsabilità che sentiamo addosso continueremo, dopo la formazione della giunta, a dialogare con le altre forze politiche per realizzare un programma di pochi punti ma concreto che possa dare immediatamente risposte ai cittadini di Reggio e della Città metropolitana e quindi il futuro sindaco assieme alla classe parlamentare e quella regionale avrà l’arduo compito di ridare una guida dignitosa alla nostra città. Le elezioni le vinceremo senza ogni dubbio, ma non vogliamo vincere soltanto per demeriti altrui considerato il fallimento del Pd. Dobbiamo dimostrare di essere in grado di produrre un’alternativa seria e credibile e un candidato sindaco figlio di una sintesi fatta in armonia ed entusiasmo, a prescindere dal partito che lo proporrà. Dobbiamo vincere perché dimostreremo di essere più bravi e migliori».

Salvini ha detto che immagina il candidato sindaco senza tessera di partito…

«L’ultima volta che venne Salvini disse che il candidato doveva essere della Lega. Stavolta, invece, sostiene che va bene anche un candidato senza tessera. Non mi pare che ci sia un’idea chiara e non potrebbe essere diversamente. Potrei dire che Fi è il primo partito in città, considerato il risultato delle tre liste e dire che rivendica il candidato sindaco, ma io non faccio questo tipo di ragionamento. Non bisogna mostrare i muscoli. Sarebbe un errore strategico che non farebbe il bene della coalizione. Insieme agli alleati, con lo stesso spirito delle regionali, dovremo affrontare quella delle comunali. Sul candidato sindaco deve prevalere la ragionevolezza e la consapevolezza che alla città serve un sindaco carismatico, a contatto con la gente, che conosca bene il tessuto sociale cittadino ad ogni livello che possa lavorare in sinergia e armonia con la classe parlamentare, con la nuova amministrazione regionale e che abbia l’autorevolezza di difendere la città anche nell’interlocuzione con il governo. Solo così si potrà dare alla città una guida forte e sicura. Insomma serve un sindaco brillante».

Pare avere un’idea ben precisa in testa…

«Le idee sono abbastanza chiare, non c’è un nome, ma credo che questo sia l’identikit ideale di una donna o un uomo che possa essere colui o colei che possa guidare la città. Ripeto l’importante è che sia brillante perché la città ha bisogno di luce e di vedere riaccesi ottimismo e fiducia nel futuro, perché Reggio Calabria lo merita, lo meritano i cittadini reggini perché stiamo parlando di una delle città più belle al mondo».

Giornalista
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