«Il senatore Morra consuma nei miei confronti una meschina vendetta personale per le critiche da me rivoltegli in merito alle sue farneticanti dichiarazioni sul “rosario” quale simbolo della mafia. Non è la prima volta che questo giacobino di periferia utilizza le istituzioni per demolire i suoi avversari. È ancora fresco il ricordo della trappola indegna ordita contro Mario Occhiuto e ancora più fresco l'agguato contro il candidato Cinquestelle Aiello. Se c’è un impresentabile in Calabria è proprio il senatore Morra che risponderà in tutte le sedi di questa vergognosa manovra ai miei danni». Lo afferma Domenico Tallini, consigliere regionale uscente di Forza Italia in Calabria e ricandidato alle elezioni in programma domenica, indicato oggi dalla Commissione parlamentare antimafia come “impresentabile”.

«Ha utilizzato un procedimento appena aperto, per reati che nulla hanno a che vedere con la funzione della sua commissione - aggiunge - per una vendetta postuma. Un nemico della Calabria e dei calabresi, non a caso isolato da tutto il suo partito per i suoi deliranti atteggiamenti. Non sono accusato di nessuna ipotesi di corruzione nel processo in cui sono stato rinviato a giudizio, ma l’ipotesi di reato che mi viene contestata è “induzione indebita a dare o promettere utilità” relativamente a delle contravvenzioni al codice della strada per importi irrilevanti, elevati da vigili urbani e per le quali il dibattimento che si sta celebrando dimostrerà la totale infondatezza dell’accusa, così come già avvenuto con la piena assoluzione da parte della “Corte dei Conti”. In ogni caso il reato che mi viene contestato non ha nulla a che fare con il reato di corruzione».

«Pertanto - sottolinea l'esponente di FI - non si comprende l’attenzione del presidente della commissione antimafia che dovrebbe occuparsi dei fenomeni di criminalità organizzata. Faccio presente che nella mia lunga attività politica, in cui ho ricoperto incarichi istituzionali particolarmente importanti, non sono stato mai neppure sfiorato da ipotesi di reato infamanti quali quelli relativi alla criminalità organizzata. È indegno, pertanto, che il Presidente della Commissione utilizzi strumentalmente la sua carica a soli tre giorni dalle elezioni per infangare la mia persona, marchiandomi di “impresentabilità”. Il comunicato diffuso dalla commissione antimafia concernente la mia posizione di candidato è andato al di là di quelle che sono le competenze e le attribuzioni riconosciute alla commissione antimafia ed al suo presidente - conclude Tallini - pertanto agirò con ogni azione di legge verso il senatore Morra a tutela della mia immagine e della mia onorabilità».