Il Pd chiama a rapporto i vertici e i sindaci per il primo summit dopo l’emergenza Covid. A Lamezia la reunion organizzata da Bruno Censore e Luigi Tassone a partire da un approfondimento del Decreto Rilancio, delle iniziative in esso contenute a favore delle imprese e delle famiglie, dai contributi a fondo perduto, all’esenzione del versamento Irap, fino al credito d’imposta e al rafforzamento patrimoniale delle imprese.

 

Un’emergenza gestista dal governo «benino» per Censore, che invita però a pensare non solo agli Stati Generali, ma anche a questioni irrisolte come il mancato arrivo della cassa integrazione a molti lavoratori. Quella di oggi è stata anche l’occasione per serrare le fila e ricomporle. La pandemia ha messo i lacci ad un partito arrivato alle regionali sfibrato, vittima di se stesso e delle tante correnti formatesi, portandolo a presentare un candidato alla presidenza al photofinish.

 

Ora, tra tutti quei sistemi che stanno ripartendo dopo il lockdown sembra esserci anche quello dei democrat regionali. Ma Oddati, coordinatore della segreteria nazionale del Pd, è chiaro: «Una delle cose che il Pd deve superare è la contrapposizione permanente tra gruppi e persone, anche forti. Ma le divisioni creano debolezze. Dobbiamo ricostruire il senso di appartenenza e farlo a partire dai giovani».

 

Il riferimento è al 35enne Tassone, sindaco di Serra San Bruno e consigliere regionale che spiega: «Dovremo pensare anche al congresso perché ritengo che un partito commissariato non fa bene al Pd e non credo lo voglia neanche il commissario stesso». Stefano Graziano, la cui presenza era stata annunciata, è rimasto per impegni in Campania, aderendo all’incontro solo con un saluto telefonico.