La protesta alla Camera per impedire al centrodestra di cambiare le regole che potrebbero dare il seggio di Anna Laura Orrico al politico cosentino di Fi (e altri 20 aspiranti parlamentari) fa un salto di qualità e diventa fisica. Seduta rinviata di una settimana (ASCOLTA L'AUDIO)
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Tensione alle stelle in queste ore alla Camera dei Deputati. In agenda c’era la riunione della Giunta per le elezioni che si sarebbe dovuta riunire per approvare l'emendamento di Forza Italia sulla nullità delle schede, emendamento contro cui si batte da settimane il M5s. I lavori però non sono iniziati a causa della vibrata protesta dei deputati grillini. L'emendamento depositato in Giunta, primo firmatario Pittalis (Fi), è stato sottoscritto da tutta la maggioranza e riguarda il testo sulla valutazione di validità o nullità delle schede alle politiche. Il centrodestra propone che siano considerate valide anche le schede nelle quali sono stati espressi voti su più liste a sostegno di uno stesso candidato nei collegi uninominali, ad ora considerate invece nulle. Per i 5 stelle si tratta di un "tentativo di sovvertire il voto democratico". La questione riguarda in particolare il ricorso presentato in Calabria dal candidato azzurro Andrea Gentile, risultato non eletto, mentre la vittoria se l'è aggiudicata la M5s Anna Laura Orrico per 482 voti. Gentile nel suo ricorso contesta almeno 800 schede.
«Il centrodestra e in particolare FI vuole stravolgere i criteri del Rosatellum e del vademecum del Viminale per ribaltare il voto a favore del figlio di una nota famiglia politica calabrese che ha governato per tanti anni, io l'ho battuto e ai colleghi del centrodestra dico che se l'esito non può essere rispettato allora toglieteci a questo punto il diritto di voto a noi calabresi!». Così la parlamentare Anna Laura Orrico spiegando la protesta del suo movimento. «Abbiamo occupato la giunta per dimostrare alla maggioranza che solo con forza di numeri non può sovvertire un voto, non possono ribaltare un risultato a partita chiusa».
La protesta è stata così vibrante che sono dovuti intervenire i commessi per calmare gli animi. A quel punto la Giunta per le elezioni si era aggiornata alle 20,30, ma questa volta nell'aula della commissione Agricoltura. Tutto inutile perché la protesta è continuata e ai deputati grillini si è aggiunto lo stesso Giuseppe Conte. «Se Pittalis vuole rispettare il voto degli elettori, deve ritirare questo emendamento e chiudiamo questa partita: la annoveriamo tra le brutte cose che questo centrodestra ha provato a fare. Almeno rimarrà un ricordo, ma il problema è che andranno avanti».. Così il capogruppo del M5S alla Camera, Francesco Silvestri. Per il momento i lavori della Giunta restano sospesi.
Il VIDEO dell'intervento sui social della pentastellata Orrico.
Giunta rinviata alla prossima settimana: l'aggiornamento
È stata rinviata di una settimana la seduta della giunta per le elezioni della Camera, dopo la protesta del M5S che ha bloccato i lavori. La decisione è arrivata dopo l'incontro tra il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il leader del Movimento Giuseppe Conte e il questore della Camera Paolo Trancassini, il quale spiega: «D'accordo con il presidente Fontana rinviamo la seduta di una settimana per evitare di esporre i dipendenti a una situazione irresponsabile e pericolosa. Abbiamo scelto la strada del buon senso. Pur stigmatizzando questo comportamento abbiamo ritenuto di non forzare. Speriamo che in una settimana subentri un po' di buon senso».
Ai deputati del M5s in protesta si era aggiunta anche una delegazione di senatori guidata dal capogruppo Stefano Patuanelli. A questo punto è difficile capire come evolverà la situazione. I 5 Stelle chiedono alla maggioranza di ritirare l’emendamento di Pittalis, che dicono sia stato cucito addosso ad Andrea Gentile, per permettergli il rientro alla Camera. Forza Italia invece dice che l’emendamento è volto a garantire il favor voti.
Tutto nasce, secondo Forza Italia, proprio dal Movimento 5 stelle quando nella scorsa legislatura ha approvato un emendamento per affermare la nullità delle schede con voti assegnati a due diverse liste della stessa coalizione che sostiene il candidato in un collegio uninominale.