La delegazione nipponica mostra interesse per l'hub nel cuore del Mediterraneo. Tajani rilancia e conferma i progetti del governo sul rigassificatore: «Non abbiamo cambiato idea»
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Porta il nome della Calabria la dichiarazione finale del vertice dei sette Paesi più industrializzati della terra. La “Dichiarazione Calabria” è il titolo del documento finale che sintetizza i contenuti dei due giorni di incontri che si sono svolti fra Reggio Calabria e Villa San Giovanni. Un documento che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nella conferenza stampa conclusiva del G7 ha definito politicamente importante e che si può riassumere in cinque punti. Un commercio internazionale sempre più aperto dove i dazi siano limitati, l'importanza della tutela delle catene di approvvigionamento, la volontà di approfondire la collaborazione tra governi e imprese, l'interesse a rafforzare libertà di scambi e di navigazione con motore di crescita e le potenzialità dell'intelligenza artificiale. Sullo sfondo la necessità di riformare l’Organizzazione mondiale del Commercio.
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Ma la Calabria non è solo nella dichiarazione d’intenti, ma è tornata spesso nelle parole di Tajani che ha sottolineato come l’aver organizzato a Reggio il meeting fra i grandi della terra, aperto anche ad una serie di Nazioni che non fanno parte dell’organizzazione, è stato un segnale di attenzione che il Governo ha voluto lanciare verso una regione che mai prima, sottolinea il vicepremier, aveva ospitato un meeting internazionale di questa importanza.
Protagonista è il porto di Gioia Tauro che nel suo discorso Tajani cita più volte «può essere veramente un punto di riferimento per il commercio internazionale». Alla domanda però se gli ospiti del G7 hanno trovato attrattivo il retroporto di Gioia, uno dei più estesi d’Europa, Tajani non si è sbilanciato. Ha detto che questo era un incontro dei Ministri del commercio e che gli ospiti si sono mostrati molto colpiti dalle potenzialità del porto.
Naturalmente c'erano anche i rappresentanti del B7, ovvero del mondo imprenditoriale, «mi auguro quindi che qualcuno sia pronto ad investire qui». Un punto però è certo ovvero l’interesse del Giappone verso lo scalo di Gioia, vero ponte tra i mercati orientali e occidentali e primo in Italia per movimentazione di container. La delegazione giapponese è sembrata interessata all’ipotesi. «Il mar Mediterraneo è molto importante perchè collega Europa, Nord Africa e Medio Oriente. Riteniamo che sia strategicamente importante. Ieri il nostro ministro ha visitato, insieme agli altri leader del G7, il porto di Gioia Tauro che sappiamo essere il più grande porto italiano per container che collega tutto il Mediterraneo», ha dichiarato durante una conviviale Mariko Kaneko, il portavoce del Ministro degli Esteri giapponese Yoko Kamikawe.
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Un altro passaggio Tajani lo ha fatto, rispondendo alla domanda di LaC News24, sul rigassificatore. Un progetto che non sembra essere stato abbandonato dal Governo «non abbiamo cambiato idea, Gioia Tauro può diventare hub energetico del nostro Paese e non solo. Naturalmente dobbiamo studiare bene in che forma».
«Devo dire che abbiamo poi dato alcuni segnali di diplomazia culturale - ha detto Tajani - con la visita al museo di Reggio Calabria dove abbiamo lasciato a bocca aperta i nostri ospiti che non conoscevano i Bronzi di Riace e poi lo straordinario concerto della Marina Militare in riva al mare prima della cena italiana che abbiamo offerto».
Insomma per Tajani il commercio internazionale deve svolgere due funzioni: da un lato produrre valore dall’altro contribuire anche alla pace fra le popolazioni. La Calabria può giocare un ruolo in entrambi i fronti. Non a caso a Gioia Tauro è stato anche presentato il progetto “Food for Gaza”, da qui partiranno container con beni alimentari e beni sanitari in aiuto della popolazione palestinese.