Il docente ha sottolineato che il Comune deve risolvere la procedura di infrazione comunitaria inferta per l'inadeguatezza del sistema fognario del capoluogo calabrese
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Un tema ambientalista, quello trattato stamani dal candidato a sindaco di Catanzaro alle Amministrative del prossimo 12 giugno Valerio Donato. Che in un dettagliato comunicato stampa si è soffermato sulla «necessità di risolvere la procedura di infrazione comunitaria inferta al sistema depurativo e fognario (anche della città dei Tre Colli, fra le altre, ndr), avviando in tempi fisiologicamente rapidi la costituzione del polo ecologico cittadino».
Lo stesso prof, che peraltro oggi alle 17 inaugura una delle sue sedi elettorali territoriali in via Calvario del popoloso quartiere a Sud Santa Maria, ha infatti esordito spiegando: «Il sistema fognario attualmente in funzione non colletta (non conferisce, ndr) all’impianto di depurazione di località Verghello i reflui prodotti da circa 32mila abitanti, pari a circa un terzo della popolazione residente a Catanzaro (adesso stimata in poco più di 90mila unità, ndr)».
Ma c’è molto altro da aggiungere, sempre ad avviso di Donato, vale a dire che «l’impianto di depurazione esistente, nella sua configurazione attuale, non può garantire allo scarico il rispetto degli standard previsti dalla normativa comunitaria, statale e regionale, e ancora meno potrebbe farlo se vi fossero collettati (conferiti, ndr) tutti i reflui fognari cittadini».
Subito dopo, l’avvocato e docente universitario che aspira a succedere a Sergio Abramo al vertice di Palazzo De Nobili ha richiamato la sentenza del 6 ottobre 2021 con cui «l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea al pagamento delle spese per essere “venuta meno agli obblighi incombenti in forza degli articoli da 3 a 5 e 10 della direttiva 91/271/Cee concernente il trattamento delle acque reflue urbane”. E tra gli agglomerati – asserisce ancora Donato – che hanno violato e violano gli articoli 3, assenza di reti fognarie per le acque urbane, e 4, assenza di trattamento secondario o di trattamento equivalente delle acque reflue urbane, figura anche Catanzaro». Ma – asserisce Donato – «per il superamento della procedura di infrazione 2014-2059 il nostro Comune dispone delle risorse con cui condurre a norma l’intero sistema depurativo e fognante del capoluogo. Fondi ottenuti dal ministero dell’Ambiente per un importo pari a oltre 7milioni di euro e dalla Regione: 7 milioni e mezzo di euro. Motivo per cui, se la dotazione finanziaria disponibile sarà sufficiente così come se c’è un progetto esecutivo, l’ente potrà bandire una gara di appalto per l’esecuzione delle opere occorrenti».
Il prof continua poi affermando che: «Se invece le risorse sono insufficienti e manca un progetto, il Comune dovrà munirsi di un piano di fattibilità corredato dalla caratterizzazione geomorfologica delle aree di intervento e di un piano economico per bandire una gara di appalto». Riguardo viceversa alla realizzazione di un nuovo impianto depurativo – rileva ancora Donato – «in esecuzione della deliberazione della giunta comunale 431 del 6 novembre 2019, con determinazione dirigenziale a contrarre del successivo giorno 28, il Comune ha adottato una procedura aperta finalizzata all’indizione di un concorso di progettazione avente per oggetto la “realizzazione della piattaforma depurativa” della città. Ma tale atto non ha di fatto avuto alcun seguito. L’infrastruttura – conclude il candidato a sindaco – dovrà però essere realizzata nell’area adiacente alla discarica dei rifiuti di Alli, rendendo così effettivo il polo ecologico catanzarese».