Di primi cittadini e assessori provenienti dalla Calabria ieri ce n’erano tanti nel capoluogo campano, nessuno però di quelli che condividono la stessa matrice politica del Governo. Il tema forse più importante del XXI secolo per il Mezzogiorno si sta esaurendo così: nel solito derby tra fazioni (ASCOLTA L'AUDIO)
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L’Autonomia differenziata per la Calabria rischia di non diventare né una sfida da vincere come dice Roberto Occhiuto, né una partita truccata in avvio come invece sostengono le opposizioni. Oggi ha tutte le sembianze di una classica questione politica su cui nessuno, rispetto al solco tracciato dai leader nazionali, vuole scostarsi di una virgola per non contraddire i notabili del proprio partito. Il tema forse più importante del XXI secolo per il Mezzogiorno si sta esaurendo così: nel solito derby tra centrosinistra e centrodestra. In mezzo ci sono gli eletti nelle liste civiche che, in base alle aspirazioni future, si schierano a sinistra o restano in silenzio.
Dopo la posizione espressa dal Governatore nei giorni scorsi, gli amministratori locali del suo schieramento non hanno inteso contraddirlo. Di conseguenza di scendere in piazza con i colleghi posizionati dall’altra parte della barricata ieri non se n’è parlato proprio. Di sindaci e assessori calabresi a Napoli ce n’erano tanti, nessuno però di destra. O, come riferiscono un po’ di presenti calabresi, «non li abbiamo visti, magari si erano camuffati bene».
In alcuni Consigli comunali dove è stata promossa una discussione, è arrivato il diktat dall’alto: «La linea da tenere è quella di Roma» il messaggio sintetico, freddo e a tratti anche caratterizzante del periodo storico. Di conseguenza qualsiasi dibattito pubblico si è risolto blindando le posizioni di partenza e rendendo inutile lo svolgimento dell’assise stessa. Ha fatto eccezione Acri, nel cosentino, dove maggioranza e opposizione hanno approvato all’unanimità una delibera a cui hanno lavorato gomito a gomito emendamento dopo emendamento. Hanno chiesto al Governo che vengano garantite maggiori risorse ai territori in cui permangano gap infrastrutturali, economici e sociali con il resto dell’Italia e che venga stralciato ogni riferimento alla spesa storica.
Il timore che anima i sindaci, anche di centrodestra, è che con la riduzione dei trasferimenti saranno tutti i comuni del Sud a subire le conseguenze peggiori: immaginarsi quelli in dissesto o predissesto. O più ottimisti partono da un assunto. i parlamentari sono stati eletti dal popolo e agli interessi di questo devono guardare. Riusciranno deputati e senatori a non difendere una posizione ideologica che danneggerebbe nel caso i territori da cui sono arrivati i voti per l’elezione?
In questo contesto è saltata anche l’assemblea congressuale dell’Anci Calabria convocata per il 31 marzo. È stata disposta una sospensiva a margine del ricorso formulato dal sindaco di Marcellinara Vittorio Scerbo, secondo il quale tutti gli atti adottati da dicembre ad oggi, in regime di commissariamento, vengano annullati. L'udienza è fissata per il prossimo 4 aprile. I candidati alla presidenza Franz Caruso e Maria Limardo possono attendere.