L'ex parlamentare e il direttore de LaC News24 discutono in occasione della Festa della Repubblica dentro la quale si innesta la grave crisi politica, economica e sociale della nostra regione
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Oltre un’ora di intenso confronto live facebook tra Franco Laratta, già parlamentare, e Pasquale Motta, direttore de LaC News24. Migliaia le visualizzazioni e centinaia le partecipazioni attive con domande incalzanti e puntuali. L’occasione è la Festa della Repubblica dentro la quale si innesta la grave crisi politica, economica e sociale della Calabria.
Comincia Laratta: «La gravissima condizione in cui vive la Calabria inizia dal drammatico fallimento della Sanità: 2 miliardi di risorse bloccate e almeno 16 anni di attesa per i nuovi ospedali; scandalo dei rapporti toghe e massoneria; nuovi tsunami giudiziari annunciati; nuovo caos rifiuti. E poi i vitalizi in regione e la "manina di Tallini". Una legislatura partita malissimo, come ormai accade da almeno 15 anni in Calabria».
E Pasquale Motta: «Abbiamo tirato fuori noi la vicenda dei vitalizi dei consiglieri regionali. E non è stato facile, visto che ai giornalisti viene perfino negato l’accesso alla sede del Consiglio Regionale, che rimane del tutto blindato. E la diretta streaming è completamente incomprensibile. Viviamo una bruttissima pagina per la Calabria, in un momento gravissimo. Un quadro desolante. Tanto che la stessa presidente lascia intendere che potrebbe accadere qualcosa di grave dal punto di vista giudiziario».
Tra le domande degli ascoltatori e le risposte di Motta e Laratta, il ragionamento arriva alla totale inadeguatezza della classe dirigente calabrese. E su questo i due relatori si trovano in perfetta sintonia: «Il problema vero è che manca una visione della Calabria. Noi continuiamo ad avere da almeno vent’anni una classe dirigente inadeguata, incapace di tracciare il futuro della nostra terra. Da noi non è un problema di risorse finanziarie, che ci sono e sono tante, ma di capacità di programmazione e spesa. Viviamo alla giornata, senza alcuna idea. E soprattutto senza classe dirigente».
L’ironia e il sarcasmo del giovane crotonese Tiziano Boscarato sulla “Cuzzupeddra Santelli” ha strappato tanti sorrisi ma anche tante opportunità di pensare ai tanti scivolamenti di questi primi mesi di legislatura regionale. Pensando alla Calabria e alle nuvole che incombono e che vanno scacciate. Il pubblico intervenuto da diverse parti d’Italia e perfino dagli Stati Uniti, ha insistito molto sulla necessità di mettere in campo una nuova generazione.
Tanto che un giovane calabrese a Jesi ha sintetizzato così: «Siamo pieni di giovani imprenditori che potrebbero governare la Calabria in modo eccellente. I politici dovrebbero prendere lezione da loro». Pasquale Motta ha ricordato come una volta erano in campo le migliori energie: «Oggi le forze di buona volontà e le voci degli intellettuali sono sempre più spente. Dobbiamo ricostruire lo Stato, perché oggi vive in una condizione di confusione. Pensiamo alla riforma del Titolo V della Costituzione e alla confusione che hanno fatto le regioni proprio in questo periodo di pandemia. La sanità deve tornare pubblica. Così come altre materie di interesse nazionale. Siamo in un pericoloso stato di corto circuito. Dobbiamo unire le forze migliori e ricostruire il paese. Mettiamo tutti un granello di sabbia, uniamoci».
Poi l’appello di Franco Laratta: «Tornate alla politica. Lo chiediamo a tutte le intelligenze, alla cosiddetta società civile, alle università, al mondo delle professioni. Torniamo ad impegnarci nelle istituzioni, oggi nelle mani di gente inadeguata e incompetente. Così non si può continuare, saremmo destinati al declino irreversibile». E sulle centinaia di messaggi in diretta, tutti molto critici, emerge quello del giovane calabrese in Lombardia, Giovanni Romano: «Sono del parere che tutta la classe politica calabrese attuale sia un grave insulto ai tanti ragazzi che prendono le valigie e partono lasciando la residenza in Calabria sperando in un rientro possibile. Questi ragazzi vedono rubato oltre al loro futuro, anche la loro quota Irpef spesa in porcherie come i vitalizi appena approvati». E c’è stato chi ha ricordato Gaetano Salvemini: «La classe politica italiana è per il 10% migliore, per il 10% peggiore e per l’80% uguale al Paese che rappresenta».