I Cinquestelle recitano il requiem di Alarico, ma Occhiuto non ci sta

Il Mibac revoca in autotutela l'autorizzazione concessa dal Soprintendente Mario Pagano per i lavori di costruzione del Museo di Alarico

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di Salvatore Bruno
29 novembre 2018
16:48

Che sia un problema politico non ci sono dubbi. La questione dell’abbattimento dell’ex Hotel Jolly e del Museo di Alarico da costruire sulle ceneri dello stabile ormai demolito, sta assumendo contorni grotteschi per la pervicacia con cui prosegue il duello tra il sindaco Mario Occhiuto ed i parlamentari del Movimento Cinquestelle.

Convocato un tavolo tecnico

La nuova puntata della telenovela l’ha scritta, questa volta, il direttore generale del Mibac Gino Famiglietti il quale, dopo aver annullato in autotutela, l’autorizzazione rilasciata lo scorso agosto dal Soprintendente Mario Pagano sulla compatibilità paesaggistica dell’intervento, ha invitato la Provincia di Cosenza a fare altrettanto per quanto di competenza ed il comune a sospendere i lavori in attesa delle determinazioni del tavolo tecnico, già convocato per l’11 dicembre e presieduto dall’architetto Roberto Banchini, a cui è stato demandato il compito di valutare le soluzioni progettuali da adottare per la ricostruzione parziale del nuovo edificio e per la sistemazione delle aree esterne e delle sponde fluviali». Insomma, cosa debba essere realizzato al posto dell’ormai defunto palazzo Aterp va stabilito di comune accordo, tra i Beni Culturali e Palazzo dei Bruzi, per non deturpare un paesaggio nel quale, a ben guardare e senza che nessuno fiati in proposito, si scorgono in bella vista finestre in alluminio, condizionatori, verande abusive ed altri non meglio specificati manufatti.


L’esultanza pentastellata

La notizia ha suscitato la reazione entusiastica delle deputate Margherita Corrado e Anna Laura Orrico, del senatore Nicola Morra e dell’europarlamentare Laura Ferrara: «Questa volta è morto e sepolto davvero, Alarico, alla confluenza dei fiumi Crati e Busento, come vuole la favola ottocentesca strumentalizzata dal sindaco di Cosenza per uno dei suoi insensati megaprogetti. E l’ha ucciso a buona ragione, seppur tardivamente, il Ministero dei Beni Culturali. Che sollievo» scrivono in una nota, plaudendo all’iniziativa definita drastica ma necessaria. «La trasparenza e la correttezza delle procedure amministrative – aggiungono - è un presupposto imprescindibile perché l’interesse pubblico possa dirsi tutelato».

La replica di Palazzo dei Bruzi

Immediata la replica del sindaco Occhiuto, il quale, bollando il provvedimento in autotutela del Ministero come un abuso, si dice convinto che tale atto sia la conseguenza di pressioni politiche da parte dei deputati del M5S. «A questo punto – sottolinea - ci sarà veramente da divertirsi anche se purtroppo è la città di Cosenza a subire le conseguenze di quelle che sono vere e proprie ritorsioni politiche. Sono curioso di vedere – aggiunge il primo cittadino - chi si prenderà la responsabilità di bloccare i lavori provocando danni che certamente pagherà in prima persona. Intanto, l’orribile edificio dell’ex hotel Jolly tanto caro ai Cinquestelle è stato finalmente abbattuto. E non basta certamente un atto, persino illegittimo, per farlo riemergere dall’abbattimento. E anche il Museo di Alarico – ribadisce - sarà realizzato».

Giornalista
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