I due fratelli non hanno né candidati né le firme necessarie per la presentazione delle liste. E ora salta fuori l'appello di Berlusconi che li invita a fare un passo indietro per il bene del centrodestra
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I fratelli Occhiuto a un passo dalla resa incondizionata. Dopo aver minacciato scissioni e fughe solitarie, dopo aver inneggiato a una imprecisata «rivoluzione» contro la «vecchia politica» e paventato un potere elettorale che forse non hanno mai avuto, il sindaco di Cosenza e il parlamentare si apprestano a ritirarsi in buon ordine e a partecipare da semplici spettatori alle prossime elezioni regionali.
Hanno provato a tirarla per le lunghe, gli Occhiuto, ma a poco più di 36 ore dalla scadenza per la presentazione dei simboli (sabato alle 12) si sono accorti di non avere un numero sufficiente né di candidati, né di firme per l'approvazione delle liste.
Negli ultimi giorni si rincorrevano voci tra le più diverse, con Mario Occhiuto a recitare più parti in commedia: candidato governatore con il supporto di alcune civiche; di nuovo amico di Jole Santelli e pronto a sostenerne la campagna; in contatto con Pippo Callipo per fornire almeno una lista al centrosinistra. La verità che emerge proprio in queste ore è che sia il sindaco, sia il deputato, sono pronti a tirare i remi in barca e a farsi da parte in modo definitivo.
La lettera di Berlusconi
Anche la lettera di Silvio Berlusconi, diffusa proprio in queste ore, più che un riconoscimento della forza politica dei due fratelli sembra la concessione di una resa onorevole. «Mi auguro – anzi, conoscendo il vostro amore disinteressato per la Calabria, mi permetto di dire che sono certo – scrive il leader di Fi – che pur nella comprensibile amarezza personale vorrete continuare il vostro percorso con noi, per un centrodestra unito e rinunciando a scelte che avvantaggerebbero solo i nostri avversari».
Berlusconi, su input dei vertici parlamentare azzurri, avrebbe insomma acconsentito a vergare la missiva per consentire agli Occhiuto di uscire dalla partita a testa alta. La prova è data dal fatto che la lettera, inviata da Berlusconi diversi giorni fa, è stata resa di dominio pubblico solo ora, cioè quando i due fratelli hanno capito che non c'è più alcuna guerra da combattere perché mancano i soldati e pure i mezzi. «Caro Mario, caro Roberto, in un momento così delicato e decisivo per il futuro della Calabria, con importanti ripercussioni anche a livello nazionale – dice Berlusconi –, sento il dovere di fare appello alla vostra passione civile, all'amore disinteressato per la vostra terra che avete tante volte dimostrato, alla coerenza di un percorso politico che non può essere messa in discussione».
«Per la Calabria – prosegue l'ex premier – abbiamo individuato un ottimo candidato presidente e intorno a lei vogliamo costruire una squadra di grande livello. Il vostro contributo in questo sarà prezioso non solo per vincere le elezioni ma per governare finalmente la Calabria come merita. Abbiamo ancora un lungo tratto di strada da percorrere insieme, tante battaglie di libertà da combattere, un futuro da costruire per un centrodestra nel quale l'area della tradizione liberale, cattolica, riformatrice deve avere pari dignità con la destra sovranista. Vorrei che foste entrambi coinvolti con ruoli importanti in questa grande scommessa sul futuro».
Gli Occhiuto avrebbero dunque accettato di fare un passo indietro. Anche perché non avevano altra scelta.
bellantoni@lactv.it