Nonostante le indagini mostrino accessi ai conti di centinaia di politici e vip, la premier si proclama la più bersagliata. Un fact-checking su una narrazione decisamente esagerata
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«Sono la persona più dossierata d’Italia». Così Giorgia Meloni, durante un’intervista al Tg5, ha riacceso i riflettori su uno dei temi che più le stanno a cuore: quello del complotto. Un copione che ormai conosciamo bene, un po' come la sua fascinazione per l'underdog, la combattente sottovalutata e solitaria, che riesce a vincere contro un esercito di poteri forti. Solo che, stavolta, la narrazione è un tantino più drammatica: non è la prima volta che la premier si descrive come l'obiettivo numero uno di un oscuro network di spioni, pronti a passare al setaccio la sua vita, alla ricerca di qualche scheletro nell'armadio che possa minare la sua ascesa politica.
Ma aspettiamo un attimo. Davvero Giorgia è la più dossierata d’Italia? Basta fare un piccolo fact-checking per scoprire che... no, non è proprio così. Certo, nessuno mette in dubbio che ci siano state violazioni della sua privacy (e, sia chiaro, sono atti gravissimi e penalmente perseguibili), ma parlare di un dossieraggio esclusivo e massiccio solo (o soprattutto) su di lei sembra più un’esagerazione che una realtà.
La vicenda a cui fa riferimento Meloni è quella dell’ex dipendente di Intesa Sanpaolo, che ha spiato migliaia di conti bancari, politici inclusi. «Nel dramma, c’è la buona notizia», dice la premier. «La mia vita è stata passata allo scanner e non si è trovato nulla». Ora, mettiamola così: non è che siamo qui a fare il tifo per chi va a ficcare il naso nei conti altrui, ma questo tipo di rivelazioni sono un po’ come quelle feste a sorpresa in cui scopri che non sei tu l’ospite d’onore, ma uno dei tanti invitati. Perché, stando ai numeri dell’indagine, la lista dei dossierati è lunga e variegata: non solo la ristretta cerchia degli esponenti del centrodestra, come si potrebbe pensare ascoltando Meloni, ma anche politici di altre forze, personalità dello spettacolo, sportivi e semplici cittadini. Insomma, un calderone di nomi in cui la nostra premier è, ironia della sorte, solo una tra tanti.
C’è persino Albano Carrisi, gli Agnelli, giocatori e dirigenti della Juventus e decine di ecclesiastici. E tra gli altri, sì… c’è anche Giorgia Meloni.
Ma, a sentire lei, pare quasi una medaglia. «Forse è anche questa la ragione per cui io sono così dossierata», prosegue, insinuando che sia il suo essere impermeabile ai «gruppi di pressione» a scatenare contro di lei questa furia di spionaggio. Qui l’allusione ai famigerati poteri forti diventa quasi un tormentone: chi sono? Dove stanno? Perché ce l’hanno tanto con lei? Nessuno lo sa, ma l'importante è che l'ombra del complotto sia sempre lì, a proiettare la sua inquietante sagoma dietro ogni angolo di palazzo Chigi.
Facciamo un attimo un passo indietro. L'indagine di cui si parla ha rivelato che l'ex dipendente della banca pugliese ha spiato i conti di 3.572 clienti di 679 filiali. Meloni è finita nel mucchio, certo, ma il premio del più spiato non lo vince certo lei. In cima alla lista c’è un tale F.F. (no, non un misterioso affiliato di Fratelli d’Italia, ma una persona praticamente sconosciuta) sul quale l'impiegato ha effettuato ben 310 accessi. E quando gli è stato chiesto il perché, il curioso impiegato ha candidamente ammesso di non ricordarsi neppure chi fosse.
E allora? Allora, cara Giorgia, non sei la più dossierata d’Italia. Sei una tra tanti. La tua privacy merita rispetto, come quella di ogni cittadino, ma dire che i riflettori sono puntati solo su di te... forse è un po' tirarla per le lunghe. Anzi, a dirla tutta, il quadro generale racconta una storia più da cronaca locale che da thriller internazionale.
Lo stesso copione si ripete con l’indagine di Perugia, dove il tenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, è accusato di aver sbirciato nelle vite di quasi 3.000 persone. Anche qui, Meloni non era il principale bersaglio, ma uno dei tanti nomi su cui Striano si è soffermato. La lista include ben 250mila accessi proibiti, tra politici, giornalisti, vip e persino sua moglie Francesca. Ma di nuovo: Giorgia non era in cima alla lista. Eppure, la narrazione resta quella dell'eroina solitaria, perseguitata dalle forze oscure che vogliono minare la sua leadership scoprendo i suoi altarini nascosti.
E qui, la questione si fa interessante. Non tanto per quello che emerge dalle indagini, ma per cercare di capire perché Giorgia Meloni – saldamente in testa ai sondaggi di popolarità e gradimento degli italiani – sembri godere moltissimo nel dipingersi al contrario come la più bersagliata, la più odiata, la più dossierata. Un pianto melodrammatico che ha qualcosa di affascinante. Per citare il grande Indro Montanelli (che si riferiva allora a Silvio Berlusconi) è l’arte del "chiagni e fotti". Ovvero quella di lamentarsi pubblicamente proprio quando tutto (per lei) sembra andare a gonfie vele.