Duro comunicato stampa all’esito del consiglio comunale odierno da parte del coordinamento cittadino del Pd di Catanzaro, che non ha fatto sconti: «L'ultimo provvedimento della “mezza” giunta Abramo non fa altro che rendere ancora più evidenti le divisioni nell'esecutivo comunale. La costituzione di parte civile nel processo “Gettonopoli”, in realtà solo in parte di esso, da atto che doveva rivalutare il ruolo dell’amministrazione comunale è diventato l'ennesimo simbolo della strumentalità con cui opera il centrodestra. C'è subito da rilevare che nel prendere questa decisione sarebbe stata quantomeno opportuna la presenza completa e unitaria dei componenti dell’Esecutivo. L'assenza degli esponenti di Forza Italia è significativa del fatto che l'operazione manca della concretezza politica necessaria e probabilmente è stata fatta solo ed esclusivamente per tentare di lavarsi le mani da responsabilità ben precise».

Ecco quanto si legge nella parte iniziale della nota che così prosegue: «Senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie, ciò che a noi interessa sono i risvolti politici della vicenda. Gettonopoli ha rappresentato uno dei momenti più difficili per la città, costretta a difendersi da attacchi e strumentalizzazioni, dovute all’incapacità di risposta dell’amministrazione. Soprattutto in alcune trasmissioni televisive nazionali. Tutti ricordano un sindaco in fuga che non rilasciava dichiarazioni e incapace di prendere una posizione. Nel frattempo sono successe altre cose anche più gravi, ma nessuno, nei tempi giusti, ha affrontato politicamente le questioni nella vana speranza che tutto decantasse. Ora però, a tempo scaduto, una parte della giunta si sveglia e partorisce un topolino. Un provvedimento che non fa altro che dimostrarne la debolezza e il tentativo di mantenere equilibri precari colpendo solo chi è scomodo per il percorso di questa amministrazione. Quello che risulta ancora più singolare è che nessuno nel frattempo ha difeso l’operato giornaliero dei consiglieri comunali, cercando almeno di salvare l’importanza della loro funzione rispetto alle indagini in corso. Nessuno, né tantomeno il sindaco, ha avuto il coraggio di difendere la sua stessa maggioranza».

Il testo si conclude poi con una serie di considerazioni: «Perché il Comune non si è costituito parte civile nei processi di ‘ndrangheta o negli altri processi che hanno interessato consiglieri diversi? Su questo aspetto non possiamo che dare ragione a chi asserisce che il sindaco faccia figli e figliastri e utilizza un atto importante, anche simbolicamente, a fini politici screditandone il significato. Il problema è che questo atteggiamento vale anche per l'amministrazione della città. Assistiamo infatti a quartieri di serie A e serie B come lo sono tutte le periferie abbandonate in preda al degrado assoluto. Allo stesso modo ci sono imprese di A e B che non riescono a lavorare con l’ente. Ci sono anche concessionari di serie A che, da come emerge da alcune indagini ottengono in gestione attività pubbliche perché accreditate da alcuni politici di destra, e di serie B. L’elenco sarebbe lunghissimo, ma il senso è che esiste una questione etica della politica catanzarese ed esiste anche chi cerca goffamente di rifarsi una verginità che ormai è definitivamente persa. Il Pd vede nel recupero dell’etica nella gestione della cosa pubblica un elemento propedeutico all’azione amministrativa, perciò si è subito voluto fare chiarezza, condividendo la Carta di Principi e Valori del Nuovo Centrosinistra che in modo trasparente contiene gli anticorpi politici in grado di evitare che si ripetano esperienze simili agli ultimi 'tragici' anni di amministrazione di destra».