«È difficile dirlo, ma oggi io e tanti altri colleghi e amici qui presenti lasciamo il Movimento 5 Stelle, lasciamo quella che da domani non sarà più la prima forza politica in Parlamento» Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha comunicato ufficialmente la clamorosa scissione dal Movimento 5 stelle, inaugurando un nuovo soggetto politico, Insieme per il futuro, che segna l’avvio di una nuova esperienza. I numeri dicono che con la scissione il primo partito alla Camera sarà la Lega con 132 parlamentari, a cui segue il M5s con 104, poi il Pd con 97, FI con 83. E se al “Misto” sono in 67, il gruppo del ministro degli Esteri con i suoi 51 aderenti si piazza davanti a FdI (37), IV (30) Coraggio Italia (19) e Leu (10). AL Senato dovrebbe essere pari e patta tra Lega e M5s con 61 parlamentari, davanti a FI (51), Pd (39) appaiato al Misto, FdI (21) IV (15) CAL (13) e poi il gruppo Di Maio (11) davanti a Per le Autonomie (8).

Insieme per il futuro, chi ha aderito

Il presidente della Camera Roberto Fico ha annunciato già questa mattina in Aula a Montecitorio la costituzione del gruppo di cui fanno parte i 51 deputati che hanno lasciato il Movimento Cinque Stelle.

Si tratta di Cosimo Adelizzi, Roberta Alaimo, Alessandro Amitrano, Giovanni Luca Aresta, Sergio Battelli, Luciano Cadeddu, Vittoria Casa, Andrea Caso, Gianpaolo Cassese, Laura Castelli, Luciano Cillis, Federica Daga, Paola Deiana, Daniele Del Grosso, Margherita Del Sesto, Giuseppe D'Ippolito, Gianfranco Di Sarno, Iolanda Di Stasio, Manlio Di Stefano, Francesco D'Uva, Mattia Fantinati, Marialuisa Faro, Luca Frusone, Chiara Gagnarli, Filippo Gallinella, Andrea Giarrizzo, Conny Giordano, Marta Grande, Nicola Grimaldi, Marianna Iorio, Luigi Iovino, Giuseppe L'Abbate, Caterina Licatini, Anna Macina, Pasquale Maglione, Alberto Manca, Generoso Maraia, Vita Martinciglio, Dalila Nesci, Maria Pallini, Gianluca Rizzo, Carla Ruocco, Emanuele Scagliusi, Davide Serritella, Vincenzo Spadafora, Patrizia Terzoni, Gianluca Vacca, Stefano Vignaroli.
Tutti hanno scelto di seguire il ministro degli Esteri e il cammino illustrato proprio nel punto stampa di ieri sera.
«Abbiamo bisogno di aggregare le migliori capacità e i migliori talenti di questo paese perché uno non vale l'altro, l’esperienza le capacità personali lo studio devono rappresentare necessario valore aggiunto per le forze politiche e se c'è una parola che deve essere al centro di un nuovo progetto per il paese quella parola deve essere verità. […] Dovrà essere un'onda che metta al centro le esperienze territoriali. Non ci sarà spazio per l'odio. Lo voglio dire dall'inizio, non ci sarà spazio per populismi e sovranismi, o estremismi. Noi ci mettiamo in cammino e decidiamo che i primi interlocutori dovranno essere i nostri sindaci».

Secondo quanto riporta Repubblica, sono invece undici invece i senatori che hanno aderito al nuovo gruppo tra i quali Primo Di Nicola, Vincenzo Santangelo, Pietro Lorefice, Daniela Donno, Sergio Vaccaro e Simona Nocerino.

Il nodo alleanze

Sono diversi ora, gli interrogativi che si pongono per il futuro. C’è da considerare il nodo alleanze e il futuro del campo largo caro al segretario del Pd Enrico Letta che – incassata la “stabilità” del governo Draghi visto che Giuseppe Conte ha assicurato di non smobilitare - resta comunque fiducioso pur predicando di mantenere i nervi saldi. D’altra parte dal Nazareno si fa filtrare ottimismo per ora, anche in vista degli imminenti ballottaggi. «Siamo il baricentro, tutto intorno si muove vorticosamente – è il ragionamento dei dem – ma noi abbiamo una buona interlocuzione con entrambi».

Calabria, chi sta con chi?

Partiamo da un dato assodato da tempo. Molti dei 18 parlamentari eletti in Calabria alle Politiche del 2018 avevano già fatto una scelta. Quindi oggi, la nuova creatura di Di Maio ha poco da prendere dalle nostre parti.
Come si ricorderà, la prima a tirare i remi in barca fu la senatrice Silvia Vono, transitata già in Italia Viva e oggi in Forza Italia. Ma le defezioni maggiori si riscontrarono con l’avvento del Governo di Mario Draghi. Nacque in quei giorni, in aperta polemica col Movimento, il gruppo “L’Alternativa c’è” a cui aderirono subito i deputati Francesco Forciniti e Francesco Sapia, e i senatori Rosa Silvana Abate, Margherita Corrado, e Bianca Laura Granato. Più defilata la posizione di Nicola Morra, visto che il presidente della Commissione parlamentare Antimafia si è iscritto al Gruppo misto.
Dunque dalla lista dei deputati letta in aula dal presidente della Camera Fico, si può ben capire che hanno seguito il ministro degli Esteri, solo i deputati Giuseppe D'Ippolito, e il Sottosegretario per il Sud Dalila Nesci.

Non ci sono invece e restano quindi Contiani di ferro a Montecitorio, la vicepresidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica Federica Dieni, il neo coordinatore regionale Massimo Misiti, il portavoce del Movimento alla Camera Alessandro Melicchio, l'ex sottosegretario Anna Laura Orrico, Riccardo Tucci, Paolo Parentela ed Elisa Scutellà ed Elisabetta Barbuto, data fino all’ultimo tra gli indecisi. Tra i senatori, come anticipato, la diaspora ha decimato la pattuglia pentastellata calabrese, lasciando tra i seguaci di Giuseppe Conte il solo Giuseppe Auddino.

Ricadute regionali e locali

Luigi Di Maio ha detto che vuole ripartire dai territori puntando alle figure dei sindaci. Chiaro che quelloi che sta succedendo a Roma avrà dei riverberi in diverse regioni in cui è presente il Movimento 5 stelle e nei consigli comunali in cui sono rappresentati i pentastellati. È lecito immaginare che anche qui il fronte si spaccherà tra “contiani” e “dimaiani”, come probabilmente succederà in Campania, terra d’origine del ministro degli Esteri, dove il M5s è in maggioranza in Consiglio comunale di Napoli, a sostegno del sindaco Gaetano Manfredi, mentre in Consiglio regionale della Capania il gruppo consiliare è composto da 6 consiglieri.
In Calabria non sembra ci siano scossoni. Una nota del capogruppo Davide Tavernise ha chiarito, attraverso un post sui social, la posizione dello stesso con un eloquente «Addio traditore, non ti auguro buona fortuna». Nessuna traccia invece del pensiero del sempre più criptico Francesco Afflitto.