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E' servito il convegno organizzato da Alessandro Nicolò sugli aspetti amministrativi inerenti la Città Metropolitana di Reggio Calabria per imprimere una svolta, secca e netta, allo stallo che negli ultimi mesi ha bloccato Forza Italia Calabria in una palude di rancori e veleni tra i big del partito. In un Auditorium Nicola Calipari di Palazzo Campanella gremito in ogni ordine di posti, presente quasi per intero lo stato maggiore 'azzurro", a dare la stoccata in grado di rimettere tutte le caselle al loro posto è stato Marcello Fiori, responsabile nazionale degli Enti Locali di FI. La persona giusta, proprio per il ruolo rivestito nel movimento guidato da Silvio Berlusconi, per sedare le risse verbali scatenatesi recentemente e che Jole Santelli, coordinatrice regionale, non solo non è riuscita fin qui a troncare, ma, in qualche circostanza, ha alimentato attirandosi gli strali di buona parte dei consiglieri 'azzurri' nella massima assemblea elettiva calabrese, di numerosi amministratori locali, dirigenti e militanti. Fiori, a questo proposito, è stato lapidario: "Non servono cartellini rossi", facendo esplicito riferimento alla sospensione in cui sono incappati Ennio e Luca Morrone, padre e figlio, uno consigliere regionale, l'altro presidente del Consiglio comunale di Cosenza fino alla settimana scorsa, quando le dimissioni di 17 consiglieri comunali, fra cui anche lo stesso giovane amministratore, hanno determinato la decadenza del Civico Consesso a guida forzista e del Primo Cittadino Mario Occhiuto. Una qualsiasi forza politica si alimenta di linfa vitale anche grazie alle discussioni, accese se necessario, sulle scelte strategiche, sulla direzione politica da intraprendere, ma Fiori, pure in questo passaggio, ferreo nella sua "requisitoria", ha raccomandato che ciò avvenga in "un luogo all'interno" deputato al confronto. A maggior ragione che la sensazione avvertita dall'osservatore esterno è quella di un partito in preda ad una caotica confusione organizzativa. L'appuntamento odierno, in questo senso, ha fornito un esempio lampante trasformando l'intervento telefonico a sorpresa di Berlusconi in una gaffe in cui l'ex Cavaliere è incappato certamente per responsabilità a lui non ascrivibili. Fin dalle prime battute, infatti, chiunque in platea aveva intuito che il già presidente del Consiglio era convinto di essere collegato con Cosenza e non con la città dello Stretto. Numerosi i passaggi in cui ha nominato il capoluogo bruzio, senza mai citare Reggio Calabria. Alla fine del suo discorso, accolto quasi con indifferenza dalle centinaia di simpatizzanti presenti, ha tolto ogni dubbio annunciando che avrebbe presto raggiunto Cosenza per sostenere Mario Occhiuto. Una pessima figura per chi ha avuto la responsabilità di invitare il presidente di Forza Italia, che ha chiuso la telefonata convinto di aver porto un saluto in occasione di una iniziativa elettorale a supporto dell'appena defenestrato sindaco di Cosenza.