Forza Italia è ormai una polveriera. In calo nei sondaggi in maniera ormai costante e sempre più marginale all’interno di una coalizione di centrodestra a trazione sovranista, gli azzurri hanno continuato a perdere certezze e pezzi. Neanche l’ultimo tentativo operato da Silvio Berlusconi di riorganizzare le truppe affidando il coordinamento a Giovanni Toti e Mara Carfagna ha sortito gli effetti sperati. Anzi. Giovanni Toti è già fuori da Forza Italia da un bel pezzo, mentre Mara Carfagna potrebbe esserlo a breve.

La vicepresidente della Camera, dopo la cena “pro Renzi” che ha mandato su tutte le furie i vertici del partito e alla quale hanno preso parte tutti i big calabresi, adesso è assente al vertice di Viterbo “L’Italia e l’Europa che vogliamo” organizzato da Antonio Tajani per ritrovare anima e identità.

Il vicepresidente del partito è stato costretto a smentire quanto riportato da Repubblica in ordine ad un mancato invito della pasionaria azzurra. «Sono stati invitati tutti più volte, allo stesso modo – ha dovuto precisare Tajani - tutti i parlamentari e dirigenti di Forza Italia nessuno escluso. Non mi occupo né di personalismi, né di eventuali correnti, né di delfini. Mi occupo di politica e di contenuti. Non ho mai partecipato né partecipo a polemiche interne. Per quanto mi riguarda - conclude - esiste un solo leader che si chiama Silvio Berlusconi».

 

Ore piccole, insomma, per l’ufficio stampa di Tajani che è stato messo sotto pressione e tirato per la giacchetta da tutte le correnti che si contendono quel che resta del partito. Appena qualche ora prima lo stesso Tajani era stato costretto a smentire, o precisare, il contenuto di una sua intervista a Il Giornale con la quale aveva spiegato che la Calabria sarebbe andata alla Lega in vista delle prossime regionali. Dichiarazione che ha provocato una mezza rivoluzione in Regione e una fortissima pressione da parte dell’attuale coordinamento regionale, da mesi in campo per sostenere Mario Occhiuto, perché Tajani precisasse le sua affermazione. E così il vicepresidente ha parlato di “refuso” restituendo la Calabria agli azzurri, anche se il tavolo nazionale deve ancora aprirsi e sia Lega che Fdi hanno più volte invitato tutti alla calma e a non compiere fughe in avanti.

 

La missione di Tajani, quella cioè di riappacificare e riunire il partito, si sta trasformando in un’impresa impossibile anche per chi come lui è stato sempre uomo di grande diplomazia e capacità di mediazione. Anche big del partito, come il coordinatore del Lazio Claudio Fazzone, che hanno sempre spinto per l’unità stanno perdendo le speranze.

Fazzone è presente a Viterbo, ma ha già espresso sia a Tajani che a Berlusconi tutte le proprie perplessità legate al futuro del partito e alla mancanza di rinnovamento. «Il congresso era stato promesso per ottobre ma ancora nessuno sa nulla» ha spiegato Fazzone anche agli organi di stampa, mettendo in rilievo come il mancato rinnovamento della classe dirigente e di luoghi per il confronto interno stiano portando il partito verso un inesorabile declino.

Attesa, tuttavia, per l’intervento di Silvio Berlusconi che chiuderà la tre giorni. Dopo sarà l’avvio del tavolo nazionali che dovrebbe sciogliere il nodo coalizioni e candidature in vista delle prossime elezioni regionali.