VIDEO | Il presidente della Fondazione Magna Grecia e coordinatore provinciale di Reggio del partito di Lupi ha anche parlato del ruolo del Mezzogiorno per la crescita del Paese e del lavoro portato avanti dalla Regione: «Occhiuto farà molto bene per la Calabria»
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«Riscoprire i migliori del passato serve veramente, a noi, a essere migliori». Ne è convinto Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, membro del comitato del direttivo nazionale di Noi Moderati nonchè coordinatore provinciale di Reggio Calabria del partito di Maurizio Lupi, commentando la riuscitissima sesta edizione del Premio Oreste Granillo che, andato in scena lo scorso 11 maggio ad Altafiumara, ha premiato il capo delegazione della nazionale italiana, Gigi Buffon.
Foti è tornato in Calabria a distanza di poco più di un mese dall’evento, dal titolo “Le sfide imposte dalla criminalità organizzata nell’era dell’intelligenza artificiale e di internet”, promossa dalla Fondazione Magna Grecia, in collaborazione con la Rappresentanza Permanente d’Italia alle Nazioni Unite, svoltosi proprio al Palazzo di vetro, dove la Fondazione è tornata per la seconda volta dopo quasi un anno, per offrire uno spunto di riflessione importante per la lotta alla criminalità organizzata ai tempi dei social network.
«Abbiamo organizzato un incontro alle Nazioni Unite proprio per testimoniare ed esporre le preoccupazioni per l'influenza dei social media della criminalità organizzata. Abbiamo presentato un rapporto sul cyber crime, che riguarda proprio la produzione di criptovalute che purtroppo, molto spesso, sono prodotte nel nostro territorio, in Calabria, dove vengono utilizzate anche per acquisti ingenti di eroina, cocaina, per cui un'attenzione alle forze politiche quindi ai parlamenti europei ma nello specifico all'Italia, perché negli Stati Uniti è un po' più normata, perché si copra questa vuoto legislativo e si possa come raggiungere la possibilità di prevedere che molti di questi vuoti vengano occupati dalla criminalità organizzata».
Europee, Foti: «Daremo un contributo a Fi»
Nino Foti da politico navigato quale è, guarda in maniera interessata anche alle elezioni di giugno, con Noi moderati che in tandem con Forza Italia si gioca la partita per dare vigore al centro: «Il nostro sarà un contributo senz'altro positivo. L'alleanza nostra è un'alleanza elettorale ma che mira all’unione in un partito che si chiama Partito popolare europeo. Naturalmente “Noi moderati” è un partito a sé che per esempio alle elezioni ci saranno in Piemonte presenterà una propria lista. Quindi diamo un contributo al centro, in questo caso specifico a Forza Italia, affinché possa superare quella soglia del 10%, utile a superare la Lega che come sapete tanti problemi ha creato soprattutto nel Mezzogiorno con la proposta di legge sull'autonomia differenziata che spaccherà l'Italia in due. Noi questo non lo vogliamo, e vogliamo dire a tutti i parlamentari e gli eletti della Lega che stanno involontariamente aiutando la divisione del paese».
Un dualismo che in Calabria con queste elezioni si è accentuato a dismisura, visto che il voto potrebbe anche cambiare i rapporti di forza all'interno del governo nazionale, ma anche regionale. Un dualismo e una contrapposizione che però non preoccupa Foti.
«Guardi, l’esperienza del governo nazionale proseguirà, anche perché in assenza di opposizione molto spesso le opposizioni e le liti sono all'interno della stessa maggioranza. Ma queste fanno bene anche in una dialettica costruttiva per cui sul piano nazionale non vedo problemi se non quelli purtroppo delle due guerre che sono molto vicine e che hanno generato anche povertà nel nostro paese a causa della crisi energetica. Sul piano squisitamente regionale credo che non essendoci elezioni amministrative, se non solo in due comuni diciamo importanti, nulla sposta sul piano delle politiche regionali o delle maggioranze».
Ma Foti sollecitato lancia anche un messaggio a Roberto Occhiuto
«Penso che Occhiuto faccia bene a rimanere il presidente della Regione Calabria, perché sta dando la sua esperienza, le sue relazioni, la sua capacità e le sue competenze proprio per fare quello che nel corso della storia degli ultimi anni non è stato fatto, spesso per mancanza di capacità di chi governa. Naturalmente l'auspicio è che sia accompagnato, come io credo, sempre da consiglieri e da persone capaci, perché l'investimento del capitale umano è quello più importante. Io credo che Occhiuto farà molto bene per la Calabria».
Foti: «Con l’Autonomia a rischio il Premierato»
Qualche giorno fa nella Sala dei sindaci di Palazzo San Giorgio a Reggio Calabria, Foti ha promosso il convegno “Ultima chiamata per il Sud, tra centralismo e autonomia - un Mezzogiorno fondamentale per la crescita del Paese”, alla presenza del leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi.
«Noi il titolo “Ultima chiamata per il sud tra centralismo e autonomia differenziata” l'abbiamo fatto per testimoniare come Noi Moderati è presente nelle tematiche del Mezzogiorno che riguardano un po' tutto: dalle infrastrutture a tutto quello che purtroppo non è stato fatto, ma naturalmente l'autonomia differenziata rappresenta un punto fondamentale che per molti aspetti potrebbe anche andare in contrasto con il premierato che sta per essere approvato in prima lettura al Senato». Nino Foti spiega come l'iniziativa nasce proprio dal desiderio di testimoniare, anche come partito, l'attenzione per il Mezzogiorno perché, anche oggi, con le nuove iniziative, soprattutto con la Zes e con il Pnrr, non si può perdere questo treno per lo sviluppo, «perché in questo momento il Paese è ancora diviso in due, quindi siamo certi che in prospettiva 2026 questo possa contribuire ad aumentare lo sviluppo ma soprattutto l'occupazione, l'occupazione femminile e l'occupazione giovanile che sono quelle che stanno più a cuore a Noi Moderati».
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I lep
Foti ricorda che al momento il provvedimento è stato approvato al Senato e che è stato calendarizzato per giovedì prossimo alla Camera. «Noi ci auguriamo che almeno fino alle elezioni non si tratti l'argomento, ma è stato già approvato in Commissione Affari costituzionali alla Camera, ed è un provvedimento un pò ambiguo soprattutto per gli interessi del Mezzogiorno, perché si concentra tutto su un articolo. L'articolo quattro, cioè il primo comma parla dei famosi Lep, quei famosi livelli essenziali delle prestazioni che non possono essere finanziati a causa della mancanza di risorse nella bilancia nazionale. Il secondo comma invece dice che in attesa che si facciano questi Lep, che come sapete hanno un costo superiore ai cento miliardi di euro, su tutte le altre materie si possono siglare le intese».
Ma cosa si intende per intese? «È una sorta di legge rafforzata, inemendabile, immodificabile, che assume anche una forza di legge che non è soggetta al referendum, per cui tutte le materie cosiddette non residue ma che sono disciplinate da Stato e Regioni passerebbero alle Regioni. Ma non sono poche queste materie. Nell’articolo in questione dice “le rimanenti”, ma sono un'infinità, e necessitano sul piano fiscale di essere, come dire, riempite non solo di contenuti ma anche di finanza che viene sottratta allo Stato. In questo senso potrebbe andare in contrasto con il premierato».