È terminata la campagna elettorale per l’8 e 9 giugno. Non è stata decisamente esaltante come dimostrano i continui appelli dei politici, dalla Meloni ad Occhiuto fino ad arrivare al Pd calabrese, di recarsi alle urne. Il pericolo astensionismo, che in realtà ai politici interessa davvero poco, è concreto. I sondaggisti dicono che in Italia potrebbe andare a votare meno del 50% degli aventi diritto. In realtà per la Calabria non sarebbe un dato sconvolgente, visto che alle scorse Europee ha votato soltanto il 43,99% contro il 56,09 della media nazionale.

Su questa affluenza limitata dovranno provare a conquistare un seggio a Bruxelles i 32 calabresi che si sono candidati. Un compito improbo visto che la Calabria sconta il gap demografico rispetto alle altre regioni che compongono la circoscrizione Sud.

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Il punto vero, però, è che solo i candidati hanno lo sguardo proteso verso Bruxelles. Per il resto questo voto sembra più una sorta di referendum, una specie di elezione di Midterm, per tutti i partiti. A livello nazionale il centrodestra della Meloni cerca di confermare l’inossidabilità del Governo, a livello regionale Occhiuto chiede di votare Forza Italia per avere più forza a livello nazionale e magari anche per evitare qualche problema interno.

FdI, infatti, ha già detto a chiare lettere di volere più spazio nell’esecutivo regionale; la Lega, che ha portato i suoi consiglieri regionali a sei, stessa cosa. Insomma il gioco per Occhiuto si fa rischioso se il suo partito non dovesse tenere. Il dato di partenza è il 13,39%, percentuale non banale da superare. FdI invece si era fermata al 10,26. La Lega era in fase ascendente e in Calabria aveva preso addirittura il 22%. Impossibile riconfermare il dato, ma i leghisti calabresi sono convinti di fare un buon risultato rispetto all’8% su cui ormai si è stabilizzato il Carroccio.

Il gioco resta sempre quello di arrivare sopra gli altri partner di coalizione e segnatamente di FI. Tutto questo per dire che la partita in gioco è altra, anche per il Pd in cui la segretaria Elly Schlein è di fronte ad una specie di stress test sulla sua segreteria, mentre i dem regionali provano a dimostrare che nonostante tutto esistono ancora. Altro risultato da attenzionare è quello del M5s che nel 20019 ha preso il 26,9%. In realtà c’è chi dice che il risultato grillino in chiave calabrese non conta poi molto perché da sempre i pentastellati fanno il pienone negli appuntamenti più politici e racimolano poco o nulla a livello locale.

Comunali, in Calabria 135 comuni al voto

A questo quadro delle Europee vanno aggiunti i 135 comuni calabresi chiamati al voto. Qui è facile prevedere una partecipazione più ampia da parte degli elettori vista la prossimità della consultazione.

Fra questi comuni c’è Vibo Valentia, unico capoluogo di provincia. Qui il sindaco uscente, Maria Limardo, non si ripresenta e il centrodestra ha deciso di schierare il dirigente regionale del Dipartimento Lavoro Roberto Cosentino, 52 anni, psicologo. Il centrosinistra invece ha creato un campo non proprio largo, ma quasi intorno all’odontoiatra Enzo Romeo, 69 anni. Parliamo di campo non proprio largo perché i centristi hanno messo in campo una candidatura autonoma che è quella dell’avvocato penalista Francesco Muzzopappa, 64 anni. Il campo largo potrebbe ricostruirsi però in un eventuale secondo turno di ballottaggio. Candidata con Rifondazione comunista Marcella Murabito.

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Anche in questo caso la sfida potrebbe assumere un valore politico per Occhiuto visto che tutti i capoluoghi di provincia calabresi sono ora governati dal centrosinistra (anche se si mormora di un imminente passaggio del sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, con Forza Italia)

Non ci sarà ballottaggio, e questa è la vera particolarità, a Corigliano Rossano nonostante sia la terza città della Calabria con i suoi circa 90mila abitanti. Non ci sarà perché i candidati sono soltanto due: il sindaco uscente Flavio Stasi per il centrosinistra e il consigliere regionale di FI, Pasqualina Straface per il centrodestra. Sarà guerra all’ultimo voto quindi: vincerà chi prenderà una preferenza in più dell’altro. Il confronto politico nella città della Sibaritide si è polarizzato anche perchè è sceso pesantemente in campo il presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto al punto che qualcuno sostiene che in caso di sconfitta a perdere sarà lo stesso Governatore più che la Straface che di candidarsi all’inizio non ne aveva alcuna voglia.

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Altro appuntamento importante sono le amministrative a Gioia Tauro. I quattro candidati a sindaco sono l’avvocato Renato Bellofiore, la dirigente scolastica Mariarosaria Russo, l’avvocato Simona Scarcella e l’avvocato Rosario Schiavone. Qui la particolarità è che si tratta di candidature tutte civiche, tranne FI e Udc che hanno liste a sostegno della Scarcella, e tutti e quattro sono di orientamento vicino al centrodestra. Scomparso completamente dai radar il centrosinistra nemmeno sotto le mentite spoglie del civismo. Inutile dire l’importanza strategica della cittadina della Piana non solo per il porto, ma anche per i progetti legati al termovalorizzatore e all’eventuale rigassificatore con la piastra del freddo.

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Anche Montalto Uffugo riveste particolare importanza visto che stiamo parlando dello snodo logistico dell’area urbana cosentina. Qui dovrebbe sorgere una nuova stazione di Rfi da dove passerà l’alta velocità, si dovrebbe realizzare un nuovo svincolo autostradale e una bretella di collegamento fino all’università di Arcavacata, strategica quando e se verrà realizzato il nuovo ospedale di Cosenza. A Montalto i candidati sindaco sono tre: Emilio Viafora, sindacalista di lungo corso che però non ha ricevuto il sostegno del Pd (anche qui assente) e due candidati civici ma riconducibili al centrodestra: Biagio Faragalli e Mauro D’Acri

Altro centro importante del cosentino chiamato al voto è Mendicino, paese delle Serre alle porte di Cosenza. Qui i candidati sono tre: Irma Bucarelli, Angelo Greco e Luciano Luciani. Anche qui tutti civici e tutti che si richiamano al centrodestra. Il centrosinistra ha fatto il miracolo di candidare prima Francesca Reda, poi questa si è ritirata a favore di Fulvio Scarpelli che a 24 ore dalla presentazione delle liste ha dato forfait. Altra particolarità è il dissesto del Comune dichiarato una manciata di giorni prima delle elezioni.

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Sul fronte amministrative, infine, c’è da segnalare che non si voterà a San Luca per assenza di aspiranti sindaci ed anche a Melissa, 3200 abitanti nel crotonese. Insomma la disaffezione dei cittadini sta iniziando a coinvolgere anche le comunità locali.