Il sottosegretario punta in alto ma evita di collegare il voto per Bruxelles a eventuali richieste di rimpasto: «Per noi conta il risultato delle regionali per determinare gli equilibri». E sullo scontro anti Bolkestein boccia Occhiuto: «Meglio che le Regioni non si mettano a fare da sole»
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«La direttiva è brutta come il nome che si porta appresso. Le nostre spiagge sono non paragonabili a quelle degli altri Paesi. Ma dobbiamo ragionare da sistema Italia, le singole Regioni hanno il fiato corto se si mettono a fare da sole...».
Claudio Durigon non è inversamente proporzionale all'immagine di quanto sia importante nelle viscere della Lega. Il sottosegretario vale quanto conta, non poco. Si carica sulle spalle la campagna elettorale d'Europa e riesce a non passare come marginale nemmeno se nello stesso tour c'è Salvini. Secondo chi se ne intende è da un pezzo che dà le carte anche nella Lega di Calabria, in qualche modo coinvolgendo Mancuso fino alla corsa elettorale e Katya Gentile a rompere gli indugi, per gli argini non c'era bisogno. "Spiaggia" dalle parti conterranee, Durigon, nel bel mezzo della proposta di Occhiuto che immagina di inaugurare al contrario l'autonomia differenziata.
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Della serie, noi possiamo fregarcene perché lo spazio c'è e facciamo noi, lasciamo le cose come stanno...
«Bolkestein è una stortura, ha fatto più che bene il presidente Occhiuto a porre anche con impatto la questione. Il tema però è che dove si va e quanto lontano si va con singole soluzioni regionali. Probabilmente non lontano malgrado le buone ragioni di partenza... ».
E allora?
«E allora tra una decina di giorni una soluzione la si offre ai cittadini dietro le urne. Il voto contro questa Europa tecnocentrica e burocraticentrica. La stessa Europa che per le nostre spiagge propone la bruttura Bolkestein. Il partito del presidente di Regione in Europa sta seduto con chi propone insensatezze del genere. Ci aiuti Forza Italia, ci aiuti anche Occhiuto a imporre un voto di cambiamento europeo contro l'overdose della tecnocrazia al potere... ».
Va a finire che parla da alleati ancora...
«Certo, alleati eccome. A Roma e a Catanzaro come sempre e più di sempre».
E il rimpastino a urne chiuse e contate?
«Non ha alcun senso, mi creda. Ogni competizione elettorale vale per sé stessa e non è una frase fatta. Oggi si vota per gli importantissimi nuovi equilibri di governo europeo, e mi scusi se è poco. Disegnare ripercussioni nazionali e persino regionali è insensato. Dopotutto sappiamo che strada prendono i governi locali se adoperano i bilancini correttivi in corsa. Vanno a sbattere. Quindi io sono perché non ci sia nessuna ricaduta sul governo regionale. E questo vale per la Lega in Lombardia, nel Lazio fino ad arrivare in Calabria ... ».
Anche perché promette non male qui in termini percentuali per voi, la gara interna è salutare...
«Non le nascondo che puntiamo alla doppia cifra in Calabria, sarebbe un gran successo. Ma non è vero che è in corso una gara interna tra i nostri...».
Ma come, le è di fatto riuscito un congresso regionale gratis con urne continentali e non si dà vanto?
«L'unico congresso regionale che conta, quello vero, lo faremo quanto prima. Oggi si corre per l'Europa e siamo lieti di avere in campo Loizzo e Mancuso tra i pezzi da novanta regionali. Non è un congresso in alcun modo il voto europeo. Altro è chiedersi se sarà facile prescindere da questo consenso che si andrà a contare tra una decina di giorni. Mettiamola così. Non può valere ma conta su tutti i fronti interni questo voto. Pesa. Un ottimo spunto per dare ognuno il meglio».
Anche perché per finire sotto il ponte ci si mette un attimo...
«Lo stiamo persino esponendo poco elettoralmente rispetto a quanto vale. Proprio perché è di tutti e per tutti. Un regalo al progresso della civiltà del Paese. Tra una decina d'anni questa stagione entrerà nei libri di storia. Non so quanta altra roba ne farà parte...».