INTERVISTA-VIDEO | Il leader di ItaliaViva ha riempito il teatro della città bruzia ricevendo anche i complimenti dal sindaco Caruso. L'ex premier: «Oggi la Calabria non può che ripartire. Lo sapete bene voi e lo sanno i nostri candidati calabresi»
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Bagno di folla per Matteo Renzi a Cosenza. Il leader di ItaliaViva, come ha detto dal palco il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, è l’unico leader che ha sfidato la prova di un teatro come il Rendano. Il socialista Caruso ne ha approfittato per lanciare qualche frecciata all’altro Matteo, Salvini, che invece ha preferito incontrare gli elettori in un locale dopo essere stato a pranzo con i suoi dirigenti.
Renzi, invece, ha fatto una vera e propria prova di forza riempiendo il Teatro di tradizione cosentino in un caldissimo lunedì pomeriggio grazie anche al traino dei candidati locali come Filomena Greco. A giudicare dalle presenze non dovrebbero esserci eccessivi problemi al raggiungimento del quorum del 4%, anzi.
L’ex premier, in grande forma, dal palco ha spiegato le ragioni dell’alleanza con Bonino, Socialisti, Radicali, Libdem che ha portato alla formazione della lista “Stati Uniti d’Europa”. La principale è che l’Europa deve rialzare la testa rispetto a quanto sta accadendo nel mondo e dire la sua sulle tante fibrillazioni geopolitiche in corso. In questo quadro un ruolo determinante deve averlo il Sud del Paese, visto che il Mediterraneo è uno scacchiere fondamentale per quello che accadrà in Africa e quello che sta accadendo in Medio Oriente. Da qui, inevitabile, la critica ai Cpi che la premier Meloni ha voluto realizzare in Albania. «Ci ha buttato sopra 800 milioni per non arrivare a nulla, ma ve lo immaginate se questi soldi li avesse messi sulla scuola, sulla sanità, sulle infrastrutture del Sud».
Un preambolo per poi spiegare perché ha deciso di abbandonare lo scranno di Senatore per ricoprire quello di europarlamentare. «Ho quasi cinquant’anni, i capelli mi si sono ingrigiti, potrei essere soddisfatto così, qualcosa nella mia vita politica l’ho fatta. Se ho deciso di candidarmi è perché ho tre figli e sono molto preoccupato per cosa succede nel mondo».
Per correggere queste storture l’unica cosa è combattere politicamente in Europa, anche perché in Italia, Renzi giudica negativamente l’azione di Governo. «Quando ero Primo Ministro abbiamo dato gli 80 euro netti al mesi che calcolati per dodici mesi e per dieci anni sono soldini. Mi hanno accusato di dare mancette, ma la Meloni ora sta facendo molto di peggio. Avevamo dato agli studenti una card per l’ingresso gratuito nei Musei, perché l’Europa è anche cultura. Ce l’ha copiata anche Macron e altri Paesi europei. Ora un ministro che si chiama Sangiuliano, ma si crede San Gennaro l’ha tolta. Sulla scuola ho fatto una riforma che è stata molto contestata, ma che ha dato lavoro e rafforzato la nostra pubblica istruzione. Questo centrodestra, invece, continua a fare tagli, anche in sanità. Qui ci sono le mamme e gli operatori del Sacro Cuore un’eccellenza che rischia di chiudere per motivi che nessuno comprende».
«Se in Calabria ci sono delle opportunità da cogliere sull’agricoltura, la pesca, le infrastrutture, la sanità - ha continuato - queste opportunità vengono dall’Europa, quindi noi dobbiamo mandare in Europa persone competenti che vogliono davvero mettersi in gioco. Meloni, Schlein, Tajani fanno delle candidature finte. Loro si candidano per non andare in Europa. Questo è inaccettabile ed è il grande punto di forza degli Stati Uniti d’Europa. I nostri candidati selezionati ci andranno davvero».
«Io penso che abbiamo raggiunto il punto più basso - ha continuato Renzi -. Oggi la Calabria non può che ripartire. Lo sapete bene voi, in particolar modo calabresi, lo sanno i nostri candidati calabresi, a cominciare da Filomena Greco, da Pino Varacalli, da Nunzia Paese, da Stefano Mascaro, dalle nostre eccellenze di questo territorio».
Per questo alla fine della kermesse, Renzi ha presentato sul palco i candidati calabresi alle Europee invitando i presenti a due opzioni elettorali: o mandare in Europa persone che si conoscono come i candidati locali oppure mandare persone competenti e non figuranti che già hanno annunciato che una volta eletti resteranno a Roma. Una sorta di truffa politica dice Renzi che l’Italia in questo momento, considerati i fragilissimi equilibri geopolitici, non può certo permettersi