Per la quarta puntata di Perfidia (clicca qui per rivedere la puntata), Antonella Grippo ha scelto il titolo “Quando c’era lui caro, Lei!”, ed all’ingresso in studio, accompagnata dallo stornello verace “Nannì” di Lando Fiorini, campeggia la figura di Giorgia Meloni. In studio, oltre al giornalista Pasquale Motta, Domenico Furgiuele (Lega), Teresa Esposito (Pd), e Fabio Scionti (Iv-Az), hanno animato un dibattito a tratti effervescente, mentre è saltato il previsto collegamento con Maurizio Gasparri (FI).  

La Grippo fa aprire le danze ai due giornalisti scelti per la puntata: Daniela Preziosi, notista politica del “Domani”, che concentra il suo editoriale sulla minaccia nucleare lanciata da Vladimir Putin che avrà riverberi anche sul futuro governo italiano e Pietro Senaldi, Condirettore di Libero, secondo cui «malgrado Letta stia tentando di perdere le elezioni in tutti i modi, il centrodestra non ha la vittoria in tasca per la vitalità di Conte che ha risollevato il M5s al sud, potendo contendere qualche collegio in più».

Emiliano (Pd): «Fratelli d’Italia non ha fatto i conti col fascismo»

«La Puglia per il centrodestra è una sorta di Stalingrado, perché da qui non passeranno, qualunque cosa dovesse succedere, perché noi non abbandoneremo mai il campo, e sputeranno sangue per cambiare quello che noi siamo riusciti a realizzare in questi anni…». La frase è di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, finito nella bufera proprio per l’immagine cruenta che la frase evoca. La “perfidia” da campagna elettorale di Emiliano non passa inosservata ad Antonella Grippo che l’ha voluto tra gli ospiti della quarta puntata del suo talk politico. Il presidente della Puglia può così spiegare il suo punto di vista.  

«Il successo degli ultimi venti anni della Puglia, dipende anche dalla capacità di tenere relazioni internazionali con moltissimi soggetti, gruppi d’investimento, e interlocutori che vogliono guardare all’Italia come un Paese europeo che sta nell’alleanza atlantica, che non ha contraddizioni politiche feroci con il mondo della finanza e non propriamente amanti dei fascisti e della dittatura». Parte da qui il presidente della Regione Puglia per sostenere che Fratelli d’Italia è un partito che «non ha fatto i conti col fascismo, che non è un errore, ma una impostazione che nega libertà, democrazia e l’economia di mercato». L’esempio Emiliano lo fa rispetto alla destra anglosassone, ai Tories inglesi che si richiamano a Winston Churchill: «Le destre europee non hanno a che vedere con FdI che è una specie di grande guazzabuglio, di welfare mussoliniano mischiato a nulla. C’è una situazione in cui non si capisce la ricetta con la quale vogliono portare fuori l’Italia dalla crisi».

Grippo provoca. Definisce debole la proposta politica a sinistra, ed Emiliano incassa con filosofia, sostenendo che difronte al “nemico primario” – la destra – una alleanza tecnico elettorale coi 5 stelle (che non nomina mai) sarebbe stata importante per impedire di perdere quel 30% di seggi alla Camera e al Senato che vengono assegnati al maggioritario. «è chiaro che la frittata è fatta, ma il popolo italiano può fare il miracolo, in teoria concentrando i voti su una delle tre componenti di opposizione alle destre, potrebbe consentire di vincere in questi collegi e cercare quantomeno di pareggiarle queste elezioni».     

Da parte sua Motta fa notare che c’è un grande attivismo in Puglia ed Emilia, grazie ai suoi presidenti, ma anche che a sinistra si ha sempre speranza di una guida meno «anemica» rispetto a quella degli ultimi anni. Insomma, c’è la possibilità che si imponga una sorta di partito dei governatori che correggano anche i limiti.

«E’ chiaro che il fronte progressista debba lavorare su alcuni pilastri: innovazione tecnologica, crescita economica del mezzogiorno, lotta intelligente alla criminalità organizzata. Non credo che la destra di per sé sia una categoria negativa, la sinistra però non può essere una versione edulcorata e anche retrò che è stato il tempo passato. Il modello pugliese si occupa di cose concrete, il mio numero di telefono ce l’hanno tutti e se qualcosa non va mi telefonano. Sembra una banalità, ma cambia il mondo».

Poi, c’è tempo per un’ultima chiosa da parte di Emiliano: «Letta  - dice - è molto meglio di quello che viene dipinto, poi ognuno ha il proprio temperamento».

LEGGI ANCHE: Conte a Perfidia rinnega definitivamente Draghi e chiede ai calabresi un voto d’opinione