Elezioni regionali, il Pd stoppa Talarico. Si tenta (di nuovo) con Giuseppe Gualtieri

Il partito calabrese non gradisce la candidatura di “Mr cravatta”. Riunione a Roma con gli antioliveriani per la nuova strategia. L'ex superpoliziotto favorito, ma spuntano anche Amarelli e De Felice

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di Pietro Bellantoni
19 novembre 2019
13:09
Giuseppe Gualtieri
Giuseppe Gualtieri

Maurizio Talarico, malgrado le tante interviste concesse e la lettera inviata oggi ai leader del centrosinistra, sembra fuori dai giochi. Quello di “Mr cravatta” è un profilo che non convince in modo particolare il Pd calabrese, che ieri ha chiesto alla segreteria Zingaretti di puntare su un altro nome.

E infatti pare che il Nazareno abbia orientato la sua attenzione su altri candidati civici, tra cui l'ex superpoliziotto Giuseppe Gualtieri.


Cambio di strategia

Il cambio di strategia è stato messo a punto ieri nella sede nazionale, nel corso di un vertice al quale hanno preso parte anche i consiglieri regionali Carlo Guccione e Mimmo Bevacqua e il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci.

Il responsabile per il Sud Nicola Oddati avrebbe così potuto prendere atto dello scarso gradimento che Talarico riscuote nella nomenclatura regionale, e avrebbe quindi dato il via a nuove ricognizione.

Lo stesso Oddati, infatti, in un'intervista concessa a Tpi, ha spiegato che «quella di Talarico è una sua candidatura autonoma, non si può definire il candidato del centrosinistra». E ancora: “Mr cravatta” «si è semplicemente reso disponibile autonomamente per un progetto civico. C'è un'interlocuzione, ma è tutto da decidere».

Parole che suonano come «grazie, ma non ci interessa». E dire che, proprio stamattina, Talarico aveva scritto una lettera aperta a tutti i leader del centrosinistra per spiegare le ragioni del suo impegno («sono in campo perché la Calabria non la voglio regalare a forze che nel passato l'hanno calpestata e vilipesa, né la voglio consegnare a nuovi barbari»).

Il presunto “sacrificio” dell'«uomo che ha preso per il collo i politici», come è stato definito in passato, è però vissuto con profonda insofferenza dai dem calabresi. «Non sappiamo come liberarci di lui e dirgli che non vogliamo candidarlo», ammette un dirigente di primo piano del partito.

C'è anche chi, nel fronte antigovernativo, sospetta che dietro l'insolito attivismo di Talarico (che in un primo momento, a suo dire, avrebbe rifiutato l'offerta di Zingaretti) possa nascondersi lo zampino del governatore Oliverio, sempre più deciso a fare il guastatore dei piani della trimurti Zingaretti-Oddati-Graziano.
Probabilmente sono solo suggestioni, che però spiegano bene il clima che si respira nel Pd in queste ore frenetiche.

Il forno aperto

Pare inoltre che, negli ultimi giorni, il Pd abbia fatto altri (disperati) tentativi per tenere aperto il forno con il M5s. Una mossa che non sarebbe piaciuta affatto ai parlamentari 5 stelle, i quali, proprio ieri, avrebbero accelerato sulla candidatura del docente Unical Francesco Aiello (con il placet del capo politico Luigi Di Maio) anche per stoppare sul nascere nuove velleità dei democratici. Che dovranno perciò vedersela da soli.

Le alternative

Al Nazareno si lavora dunque, obtorto collo, in questa direzione. L'addio definitivo del Movimento non ha tuttavia spinto il Pd verso una candidatura politica. La mission è sempre la stessa: un profilo civico, magari nella speranza che, dovesse prevalere la linea del disimpegno, gli elettori 5 stelle possano dare il loro contributo elettorale.

Le alternative a Talarico non mancano di certo. A scaldare maggiormente i cuori è ancora l'ex superpoliziotto Gualtieri, con cui il partito potrebbe a breve riavviare il dialogo, dopo lo stop che era seguito alle poi naufragate candidature di Pippo Callipo e Florindo Rubbettino. Gualtieri, tuttavia, in tempi non sospetti si sarebbe detto disponibile ad accettare la sfida a patto che il Pd restasse unito. Tradotto: niente da fare se Oliverio è in campo come avversario. Chissà se la premessa sarà ancora la stessa.

Circolano anche nomi nuovi, come quello di Fortunato Amarelli, presidente di Confindustria Cosenza nonché ad dell'omonima azienda che produce liquirizia. Alcuni maggiorenti – pochi, in verità – continuerebbero inoltre a spingere per Arturo De Felice, attuale presidente degli aeroporti calabresi.

Insomma, dopo il gran rifiuto di Florindo Rubbettino, la giostra del Pd è ripartita. E chissà quando si fermerà.

bellantoni@lactv.it

Giornalista
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