Flavio Stasi va verso la conferma a Corigliano Rossano: il trend nello spoglio delle Comunali è delineato e il candidato, nei pressi della sua sede, rassicura i propri sostenitori. Sembra un paradosso ma, spiega Stasi durante la maratona elettorale di LaC «erano più apprensivi di me perché hanno visto un miglioramento nella città ed evidentemente auspicano continuità». Presto per festeggiare: «Aspettiamo – spiega Stasi – dati un po’ più solidi ma è un segnale importante: è un dato unitario, di tutta la città. In questi cinque anni hanno provato tante volte a dividere Corigliano Rossano che oggi si è espressa unita. Avrebbe potuto essere una campagna basata più sui contenuti: noi ci abbiamo provato ma direi che non siamo stati in buona compagnia. Una città di 80mila abitanti merita un dibattito sui programmi, altre scelte non portano a grandi risultati».

Leggi anche

Corigliano Rossano è stata considerata un laboratorio di sperimentazione per il campo largo. L’esperimento piace anche alla Calabria che guarda a quel modello. Inevitabile chiedere al sindaco che va verso la conferma se vede nel proprio futuro una candidatura alla Regione. Niente da fare, almeno per ora: «Io ho deciso otto anni fa di provare a fare il sindaco. Mi sono rimesso alla prova, se i miei cittadini mi dicono che devo continuare a governare la città continuerò a farlo. Concorro soltanto per fare il sindaco della mia città, che è giovane e ha bisogno di continuità».

Lo scontro elettorale è stato duro, con il governatore in prima fila nel contrasto al sindaco uscente. Quando è peggiorato il rapporto con Occhiuto?

«Io credo che tra sindaco e governatore ci debbano essere rapporti proficui – spiega Stasi –. Per me è sempre stato così ma deve essere chiaro che le scelte della città le fa il sindaco: non si decide altrove e questo è un principio che con il risultato elettorale è definitivamente affermato. Le volontà del territorio vanno rispettate».

Leggi anche

Dallo studio di Vibo Valentia si chiedono da dove arrivi politicamente Stasi. «Io sono di sinistra – risponde –, neanche di centrosinistra. Il punto è che oggi gli schieramenti sono confusi le strutture partitiche non riescono a tenere dentro delle istanze dei cittadini». Poi la stilettata alla politica “classica”: «Le strutture tradizionali della sinistra non mi avrebbero mai candidato a sindaco. Oggi mi sostengono ed è l’affermazione di un principio». E poi c’è una quota di consenso che arriva anche da altre aree: «Tanti che non si rivedono nel centrosinistra ci hanno dato la preferenza perché abbiamo governato bene».