INTERVISTA VIDEO | Il leader del Movimento 24 agosto è tra i principali sponsor del sindaco di Napoli alla guida della Regione Calabria: «È l’unica speranza per questa terra devastata». E sull’ex capo della Protezione civile dice: «Per carità, non c'è paragone...»
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È tra i principali sponsor della candidatura del sindaco di Napoli Luigi De Magistris a presidente della Regione Calabria. Pino Aprile, scrittore e giornalista impegnato sul fronte politico con il Movimento 24 agosto, non ha dubbi: «L’ex procuratore di Catanzaro è l’unico attorno al quale si possa al momento costruire un progetto di rilancio della «regione più devastata d’Italia», ed è la figura grazie alla quale tracciare una netta cesura con la classe politica dei partiti tradizionali «irrecuperabili» e responsabili di «aver spolpato la regione lasciando crescere il grumo marcio delle massomafie». «Questa candidatura - dice - ha senso solo in quest’ottica». Alle «persone oneste» che, nei partiti, «si sono scontrare contro il muro del malaffare» manda a dire: «Avete l’occasione importantissima di salvare la vostra storia politica e la Calabria, aggregandovi alle liste civiche a sostegno di De Magistris».
E Tansi? Le parole che Aprile riserva all’ex capo della Protezione civile calabrese, già in corsa per la guida della Regione, non sono certo al miele. «Tra mille anni, quando passerà a miglior vita - dice Aprile -, sarebbe capace di litigare con il Padreterno per chi deve fare il Padreterno». Come si risolve dunque il dualismo tra i due potenziali fari dell’area civica? «Non esiste nessun dualismo - taglia corto -, per carità… non possiamo nemmeno paragonare una figura come De Magistris… e dei “minimis” neppure parlo…». Non certo un’apertura nei confronti del leader di Tesoro Calabria che oggi incontrerà proprio De Magistris…
Aprile, De Magistris scioglie le riserve e si candida a presidente…
«Siamo stati tra i primi a chiamare De Magistris per suggerire la sua candidatura in Calabria. L’idea di un De Magistris che torna in Calabria, dopo l’ottima traccia che ha lasciato da magistrato, a presidio del centro politico della regione, nello stesso momento in cui un altro magistrato apre il più grande processo alla ‘ndrangheta e alle massomafie, può rappresentare un momento di svolta per la Calabria».
Cosa cambia in un quadro politico già in fibrillazione?
«Bisogna partire dai programmi per la Calabria. Essere chiari su quale Calabria vogliamo per il futuro.
Per ciò che riguarda lo schieramento dei gruppi civici la strategia non cambia affatto. Questo schieramento nasce in totale alternativa rispetto alle forze politiche che hanno devastato la Calabria, spolpandola. Lasciando crescere quel grumo di potere marcio delle massomafie che mette insieme criminalità e parte corrotta della società: dall’imprenditoria, alla politica alle professioni. La candidatura di De Magistris ha senso solo in quest’ottica…».
È nel rapporto con il centrosinistra cosa cambia?
«È ovvio che sia nel centrosinistra che nel centrodestra ci sono tante persone oneste, che hanno cercato di cambiare le cose scontrandosi con quel muro fatto di malaffare e rapporti inconfessabili. Ora hanno un’opportunità importantissima per salvare la loro storia politica e la Calabria: uscire da quei partiti irrecuperabili e aggiungersi allo schieramento civico».
Tansi non chiude a De Magistris ma rivendica il ruolo di candidato alla presidenza…
«Bisogna stare attenti alla differenza tra le cose dette e la verità. Tansi parte da un’idea di un 7 per cento delle scorse elezioni. Sette per cento che oggi non c’è più, perché parte di quel consenso era di persone che oggi stanno nei nostri gruppi. Adesso Tansi non vale più quel 7 per cento. Ma al di là di questo, noi non vogliamo parlare di persone. Non vogliamo semplicemente scegliere il nuovo presidente. Vogliamo dire quale Calabria costruire e indicare, di conseguenza, le persone che hanno competenze e possibilità di portare a compimento un programma per la Calabria che metta in primo piano il risanamento della sanità, la viabilità, la rete dei trasporti, l’istruzione e le università, l’imprenditoria giovanile. Dopo di che, chi fa il presidente è importante ma solo in funzione del programma per la Calabria. Noi vogliamo discutere del futuro della regione più devastata d’Italia non del futuro di una persona che il giorno in cui, tra mille anni, dovesse andare nell’Aldilà, litigherà con il Padreterno per chi deve fare il Padreterno».
Come si rivolve questo dualismo De Magistris-Tansi?
«Non c’è nessun dualismo. De Magistris è De Magistris… Tansi… ma per carità. Non c’è possibilità di confronto. Stiamo parlando di una persona che da magistrato in Calabria ha fatto vedere quanto vale. Ha sfidato i peggiori poteri: è un sopravvissuto. Ha rischiato di fare la fine di Falcone e Borsellino, tutto sommato è stato fortunatissimo ad essere ancora vivo. Viene da 10 anni da sindaco di Napoli, la città più importante e difficile che ci sia. Ora si può essere d’accordo o meno su come ha operato da sindaco, ma veramente vogliamo paragonare una figura del genere…? Ma di che cosa parliamo? Noi sosterremo, con un accordo per la Calabria, De Magistris presidente… e dei “minimis” non ne parliamo…».