Il governatore Oliverio è intervenuto alla direzione nazionale del Pd chiedendo al segretario Zingaretti di non sostenere l’imprenditore vibonese in nome dell’unità del centrosinistra
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«Se si lavora, anche se last minute, per mettere in campo uno schieramento unitario delle forze progressiste la posta del governo della regione può divenire contendibile». Lo ha detto il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, intervenendo alla direzione del Pd dove ha rinnovato il suo appello all’unità del partito e del centrosinistra, in vista delle regionali di gennaio, puntando su una candidatura giovane, di rinnovamento. Il governatore, dunque, ha ribadito al Pd di non sostenere la candidatura di Pippo Callipo, auspicando un suo passo indietro.
«La divisione - ha detto Oliverio nel suo intervento, pubblicato sulla sua pagina Facebook - lascia solo macerie. L'unità è invocata a gran voce dal movimento delle sardine calabresi, ma in maniera più diffusa, viene implorato, soprattutto, da espressioni civiche e dai movimenti giovanili. Ho ripetutamente ribadito la mia disponibilità a fare un passo indietro e a mettere in campo una proposta di rinnovamento. Nonostante le tensioni e le spinte alle rinchiusure, presenti in alcuni settori del nostro partito, c'è molta attesa e speranza perché possa essere il Pd la forza motrice di una alleanza che potrebbe andare addirittura ben oltre i confini del centrosinistra. Il mio auspicio è che Nicola Zingaretti possa cogliere e favorire questa opportunità».
Un appello, a dire il vero, che arriva abbondantemente fuori tempo massimo, considerato che la candidatura di Callipo è stata presentata ufficialmente da Zingaretti il 6 dicembre scorso.
«La risposta - ha aggiunto - non può essere quella di soluzioni burocratiche o addirittura di tipo autoritario come quella del commissariamento di due federazioni provinciali del Pd perché organizzavano il dissenso politico alla linea interpretata dal commissario regionale del partito. Mi pare, poi, francamente insostenibile che di fronte al progetto di unire ci si debba trincerare dietro l'osservazione del tempo scaduto e dire che ormai è tardi».