Ciclo dei rifiuti e depurazione sono due punti deboli della Calabria. Lo ha certificato la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti che è scesa a Reggio Calabria per ascoltare da vicino e, soprattutto, dai diretti interessati quale sia lo stato dell’arte.

Situazione preoccupante

La fotografia che è venuta fuori è preoccupante. Sono gli aggettivi a qualificare meglio ciò che i Commissari hanno potuto registrare. Per il presidente Stefano Vignaroli nella nostra regione persisterebbe una situazione allarmante, carente e drammatica.

Settore che fa gola alla mafia

Una situazione in cui solo la criminalità organizzata riesce a lucrare lauti guadagni. «Come è risaputo - ha detto il parlamentare pentastellatto che guida la Commissione sulle ecomafie - il settore dei rifiuti è un settore in cui girano grosse somme di denaro e la mafia dove c’è denaro riesce sempre a trarre grossi profitti».

Audizioni in Prefettura

La missione iniziale della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati si è svolta a Reggio Calabria, presso il Palazzo del Governo.  

Prima delle audizioni di tecnici, investigatori e magistrati, il prefetto Michele di Bari ha incontrato Stefano Vignaroli, presidente della Commissione, accompagnato da una delegazione formata dai deputati Chiara Braga, Tullio Patassini Renata Polverini, Alberto Zolezzi e dai Senatori Andrea Ferrazzi e Fabrizio Trentacoste. 

Ascoltati tecnici, investigatori e magistrati 

Si è trattato di un momento istituzionale di particolare rilievo al quale erano presenti il questore Maurizio Vallone, il Vice comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri Stefano Romano, il comandante provinciale della Guardia di Finanza Flavio Urbani, il direttore marittimo interregionale della Calabria e della Basilicata tirrenica, Giancarlo Russo. Il prefetto, nell’occasione, ha sottolineato i positivi risultati conseguiti dalle forze di polizia nelle attività di contrasto al fenomeno della criminalità organizzata.

Emerse diverse carenze

Dalle audizioni sono emerse diverse carenze sia informatiche che strutturali. «Il quadro non era molto chiaro - ha commentato il presidente Vignaroli - perché la documentazione che abbiamo ricevuto dagli organi competenti è stata carente. Siamo venuti qua appositamente a per avere un contatto diretto, abbiamo iniziato da poco quindi fare un bilancio francamente è prematuro. Sicuramente la questione è molto complessa e se vogliamo anche disastrata sia per quanto riguarda la gestione dei rifiuti ma anche per quanto riguarda i reflui delle acque di depurazione».

Arpacal a corto di operatori

«Abbiamo sentito innanzitutto la Arpacal che ci ha lasciato un poco perplessi - ha aggiunto Vignaroli - c’è una carenza di personale, molto spesso utilizzato per i controlli richiesti dalle procure, a discapito dei controlli ordinari. Quindi la situazione è complessa e delicata».

Previste altre audizioni in Calabria

La Commissione parlamentare d’inchiesta, prima di chiudere la propria relazione, sarà altre due volte in Calabria. A Roma, invece, saranno sentiti gli amministratori regionali.

In questa regione quadro desolante

«Penso che così non si possa andare avanti - ha concluso Stafano Vignaroli - sentiremo anche a Roma il commissario nazionale sulla depurazione delle acque e sicuramente anche la Regione Calabria che credo sia la peggiore sullo stato di depurazione delle acque. Il quadro è abbastanza desolante il mare per la Calabria dovrebbe essere una risorsa».