Finanziamenti per Alta velocità, ferrovie regionali, bus ecologici, mobilità ciclistica e reti idriche. Al Mezzogiorno il 56% delle risorse disponibili: «Riduciamo le disuguaglianze tra le aree del Paese». Ma alle domande di Occhiuto ancora non c’è risposta (ASCOLTA L'AUDIO)
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Ammontano a 33,8 miliardi di euro gli investimenti destinati alle regioni del Mezzogiorno sui 61,4 miliardi delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e del Piano Nazionale Complementare (Pnc) assegnati al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims). Si tratta del 56% delle risorse allocabili territorialmente, una quota ben superiore al 40% da destinare al Sud prevista nel Pnrr.
È quanto messo nero su bianco nel Piano Infrastrutturale presentato dal Ministro Enrico Giovannini che ha sottolineato come - se si considerano le sole risorse aggiuntive rispetto a quelle previste a legislazione vigente - la quota per il Sud degli investimenti di competenza del Mims sale al 63%.
«I forti investimenti in infrastrutture e mobilità previsti per il Mezzogiorno hanno l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze tra le aree del Paese, sviluppare le interconnessioni ferroviarie, potenziare i sistemi portuali, ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità della vita delle persone», ha commentato il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini. Per lui si tratta di interventi senza precedenti, che «confermano la volontà del Governo di rispondere alle esigenze di aree finora penalizzate da una mancanza di investimenti protratta per anni e per favorirne lo sviluppo sociale e la competitività economica, oltre che a ridurre le disuguaglianze e accelerare la transizione ecologica».
Le obiezioni di Occhiuto e “lo scippo al Sud”
L’entusiasmo del Ministro Giovannini fa però a pugni con la realtà descritta dal Presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto che nei giorni dell’Epifania aveva scritto al premier Mario Draghi per stigmatizzare i limiti del piano infrastrutturale per la realizzazione dell’Alta velocità, che penalizza fortemente la regione.
«La Calabria non può aspettare – ha scritto in particolare Occhiuto - che nel suo stesso territorio siano genericamente assegnati e bloccati fondi per opere per le quali la prima fattura lavori da pagare sarà probabilmente nel 2031 ed avere oggi nel 2021 progetti definitivi in grado di creare lavoro bloccati per l'assenza di fondi. La Calabria non può aspettare ancora per riprogrammare il proprio futuro e chiederà di modificare la programmazione della quota di finanziamento nazionale che alimenta il Pnrr per la quota che le spetta».
Argomenti sui quali il direttore di LaC News24, Pino Aprile, conduce da tempo una forte battaglia, proprio con l’obiettivo di sollecitare una reazione concreta da parte della classe politica.
Alta velocità e ferrovie regionali
Tornando allla nota diffusa dal ministero, nel documento si legge che, in particolare,- è destinato alle regioni del Mezzogiorno il 48% delle risorse del Pnrr di competenza del Mims e il 75% delle risorse del Pnc. Per alcuni investimenti le allocazioni territoriali sono già individuate all’interno dei due piani, come quelle relative all’alta velocità ferroviaria per passeggeri e merci per le linee Salerno-Reggio Calabria (1,8 miliardi dal Pnrr per i lotti che saranno completati entro il 2026 e 9,4 miliardi da Pnc per il resto della tratta), Napoli-Bari e Palermo-Catania. Allo stesso modo sono già allocati dal Pnrr i fondi destinati al potenziamento e velocizzazione delle tratte ferroviarie che consentono le connessioni “diagonali”, come la Roma-Pescara e la Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia. I territori del Sud beneficeranno anche del 100% delle risorse previste per i treni ‘Intercity verdi’, pari a 200 milioni di euro.
Nel Piano si parla anche di miglioramento delle stazioni ferroviarie al Sud - prevedendo un investimento pari a 700 milioni di euro totalmente destinato alle regioni del Mezzogiorno - e di rinnovo delle infrastrutture per il trasporto ferroviario delle merci con il 40% (12 milioni di euro) dei fondi stanziati per i raccordi ferroviari.
In ballo c’è anche la sperimentazione dell’idrogeno nel trasporto stradale: la priorità di questi interventi – spiega il Ministero - è assegnata alle aree strategiche per i trasporti stradali pesanti, quali le zone prossime a terminal interni e le rotte più densamente attraversate da camion a lungo raggio (ad esempio, corridoio Green and Digital del Brennero, progetto cross-border, corridoio Ovest - Est da Torino a Trieste). Il 40% delle risorse, per un importo pari a 92 milioni di euro, è destinato alle regioni del Mezzogiorno.
Porti e Zone economiche speciali
Una quota impostante di risorse è anche attribuita ai porti del Mezzogiorno, oltre 1,5 miliardi pari al 44% del totale nazionale di 3,4 miliardi e 80 milioni sono destinati al rinnovo e potenziamento delle navi che operano sullo Stretto di Messina. La totalità delle risorse del Pnrr destinata a interventi per favorire la competitività e lo sviluppo delle Zone economiche speciali (Zes), pari a 630 milioni di euro, è stata allocata nelle aree del Sud.
Mentre per la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica e il progetto ‘Pinqua’ sulla qualità dell’abitare le risorse del Pnrr e del Pnc assegnate al Sud ammontano a 2 miliardi su complessivi 4,8 miliardi, il 42%.
Infrastrutture idriche e bus verdi
Per alcuni investimenti in via di definizione – specifica il Ministero - non è ancora possibile calcolare l’allocazione regionale ma i provvedimenti attuativi terranno comunque conto del rispetto della quota minima del 40% per le regioni del Sud. È il caso dell’investimento (si parla di 966 milioni di euro) sul progetto di mobilità integrata “Mobility as a service” realizzato in collaborazione con il Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione Digitale e l’investimento per lo sviluppo della filiera industriale degli autobus elettrici.
Si parla poi di sviluppo della mobilità ciclistica: alle ciclovie urbane e alle ciclovie turistiche del Sud sono destinati il 50% dei fondi, per un totale di 300 milioni di euro.
Per migliorare le infrastrutture idriche, mirando alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione, sono state ripartite nelle regioni del Mezzogiorno risorse pari a 1 miliardo, su complessivi 2: la suddivisione di queste risorse, destinate anche a interventi per la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti idriche, è individuata nello schema di decreto che ha acquisito l’intesa in Conferenza Unificata in data 20/12/2021, che prevede che il 40% delle risorse (360 milioni di euro) sia prioritariamente destinato alle regioni del Mezzogiorno.