Giornalista e imprenditrice ha tra i punti chiave del suo programma l'accesso alla conoscenza, attenzione all’ambiente e all'agricoltura, trasparenza, rispetto della privacy e riforma del copyright
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E’ lametina l’unica candidata calabrese alle europee del Partito Pirata. Si tratta di Rosaria Talarico, giornalista impegnata in diverse testate nazionali, imprenditrice agricola e ora candidata nelle circoscrizioni Sud e Nord –Ovest. Un debutto in politica il suo che combacia anche con la prima volta in cui il Partito Pirata affronta la sfida di Bruxelles.
Come mai ha scelto di candidarsi e perché con il partito Pirata?
«Ho un lungo cv e nessuna condanna in tribunale. Forse ho anche l’età giusta (né troppo giovane, né troppo vecchia) per affrontare un impegno come la rappresentanza dei cittadini in Europa con competenza, passione e responsabilità. I calabresi hanno un'anima da pirata, abituati da sempre al sacrificio e alla lotta. Da pirata so navigare nel mare ostile della burocrazia che impedisce di avere quello che ci spetta. I diritti sono diritti, non concessioni o favori. L’Europa è una risorsa per le regioni del Sud che dovrebbero vivere solo di agricoltura e turismo. Ho una lunga carriera da rompiscatole e un allenamento a fare domande e cercare risposte. Vorrei trasferire l'etica dai manuali alla vita quotidiana. Nutrire l'anima e il corpo di roba buona. Possibilmente fatta in casa e raccolta nell'orto. Rendere i precari padroni. Sterminare i burocrati. Internet, ad esempio, è un diritto fondamentale dell’uomo. Di questo si occupano i Pirati moderni. Per tutte queste ragioni ho deciso di accettare la candidatura per le elezioni Europee del 26 Maggio da parte del Partito Pirata».
Da qanto tempo tempo e perchè è ritornata in Calabria?
«Sono ritornata da qualche anno aprendo un’azienda agricola in Sila per provare a fare impresa nella regione che amo e da cui sono stata costretta ad andare via, come tanti e sono membro dell’associazione Donne in campo Calabria di Cia-Agricoltori italiani che raggruppa le imprenditrici agricole».
Cosa bisogna aspettarsi dal Partito Pirata qualora doveste riuscire ad entrare in Parlamento?
«Il Partito Pirata è la forza politica della società della conoscenza e si rivolge a chi ha consapevolezza del ruolo vitale del sapere e non ammette le semplificazioni grossolane della propaganda e del linguaggio dei social network. Il voto non è un like. I pilastri del programma che i candidati pirati, se eletti dai cittadini, faranno valere al Parlamento Europeo sono l'accesso alla conoscenza (condivisibile, scaricabile da internet come film, video, musica) anche per chi non può permettersela economicamente, attenzione all’ambiente e all'agricoltura, trasparenza, rispetto della privacy e riforma del copyright in modo che remuneri adeguatamente gli autori e non grandi corporation ed editori».
Quanto può incidere la sua dimensione cosmopolita e la sua lunga carriera da giornalista professionista in testate nazionali nell’approcci che avrà a Bruxelles?
«Parlo inglese e dialetto calabrese. Questo per dire che essere cosmopoliti non vuol dire rinnegare o dimenticare le proprie origini, ma invece considerarle un indiscutibile vantaggio. I calabresi sono universalmente conosciuti per la testardaggine, ne serve molta per lottare contro burocrazia e procedure inutilmente farraginose o per assicurare una degna rappresentanza all'Italia. Non sono un politico di professione, ma ne ho conosciuti parecchi per motivi professionali. Il livello spesso è misero. Non pretendo di essere migliore di altri, perché la politica non è questione di lauree, ma di saper gestire la complessità. Di certo rispetto a casi piuttosto famosi nel mio cv che è pubblico non esiste una riga che non sia vera e frutto del mio sudore. Il giornalismo dà una conoscenza privilegiata del mondo politico e delle istituzioni, ma a volte la vicinanza può diventare complicità. Ho costruito la mia carriera professionale sull'indipendenza. E voglio continuare a preservarla. Per questo ho scelto un partito poco conosciuto, ma pieno di contenuti e proposte».