Per i bi-poltronisti calabresi il tempo sta per scadere. E presto, entro 30 giorni, dovranno fare quella difficile scelta che rinviano ormai da mesi: restare in Consiglio regionale o trasferirsi definitivamente alla Camera. Il doppio incarico è infatti incompatibile ai sensi dell’articolo 122 della Costituzione.   

Il caso riguarda i capigruppo di Forza Italia e Lega a Palazzo Campanella, Giovanni Arruzzolo e Simona Loizzo, eletti a Montecitorio lo scorso 25 settembre. 

Entrambi, a meno di colpi di scena, dovrebbero optare per il seggio romano, liberando così due posti nell’assemblea calabrese, rispettivamente per Mimmo Giannetta e Pietro Molinaro. Finora, però, Arruzzolo e Loizzo hanno fatto melina mantenendo il doppio ruolo. 

In Italia non erano certo gli unici. Solo che, nelle scorse settimane, altri 32 deputati hanno esercitato l’opzione e detto addio alla loro precedente carica per dedicarsi all’attività parlamentare. Arruzzolo e Loizzo sono invece ancora membri a pieno titolo di un piccolo gruppo di irriducibili del quale fanno parte anche il lombardo Fabrizio Sala e i siciliani Anthony Emanuele Barbagallo e Giovanni Luca Cannata. 

Tempo di decidere 

Ma ormai è tempo di decidere. E mentre la Giunta delle elezioni della Calabria ha preferito eludere il problema per tre mesi (le ultime quattro sedute sono andate deserte), ieri è stato l’omologo organismo di Montecitorio a prendere atto dell’incompatibilità di Arruzzolo, Loizzo e degli altri bi-poltronisti. 

La Giunta non ha peraltro neanche messo ai voti la pratica, «trattandosi – ha spiegato il presidente Federico Fornaro (Pd) – di incompatibilità direttamente prevista da norme della Costituzione, la cui verifica consiste in un accertamento di mero fatto».

La presa d’atto sarà ora comunicata al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il quale – come previsto dal regolamento della Giunta (articolo 17, comma 2) – «invita il deputato interessato ad optare entro trenta giorni tra il mandato parlamentare e la carica, l'ufficio o la funzione giudicati incompatibili». 

Trascorso inutilmente questo termine, il presidente di Montecitorio iscriverà all'ordine del giorno le relative proposte di dichiarazione di incompatibilità e le conseguenti decadenze dal mandato parlamentare.

Gli altri consiglieri

Arruzzolo e Loizzo non erano i soli politici calabresi chiamati a esercitare l’opzione. Circa due settimane fa, anche gli assessori Fausto Orsomarso (Fdi) e Tilde Minasi (Lega) e il consigliere Nicola Irto (Pd) hanno sciolto il nodo, scegliendo di mantenere il seggio conquistato in Senato.

Arruzzolo e Loizzo hanno invece resistito fino all’ultimo, anche perché, nel loro caso, si tratta di abbandonare pure la funzione di capogruppo e i relativi benefici, tra cui quello di disporre di uno staff di collaboratori extralarge. Ormai, però, la clessidra è stata capovolta.