Monta la polemica sui tributi che i cittadini verseranno nelle casse del nuovo Comune. Per i prossimi cinque anni coriglianesi e rossanesi, almeno riguardo al loro rapporto con il fisco municipale, continueranno a rimanere anagraficamente distinti e separati. Lo scorso 15 maggio, infatti, è stata approvata la Delibera n. 1 del Settore Bilancio che sancisce il «mantenimento dei tributi e delle tariffe del nuovo Comune unico», confermando quindi le «aliquote differenziate per i territori delle due ex città». È bastato questo per far sollevare le proteste di chi continua a mantenere salda la cortina contro la fusione, proprio come una novella in stile Sparta e Atene. Ma se da un lato c’è chi storce il naso e insinua, dall’altro lato – e sono soprattutto i giovani – c’è chi invece esalta le tante e cospicue ricadute economiche che produrrà questo importante processo di unificazione.

 

«Saremo anche spartani ma le prospettive della terza città della Calabria sono più alte rispetto alla divisione dei tributi»

«Noi – torna a ribadire il l’ormai corissanese Daniele Torchiaro, coriglianese di nasciata e attivista per la fusione - ci possiamo indicare come spartani ma non paghiamo nessun obolo ai rossanesi. Anzi, se dovessimo fare un discorso sui benefici che ci da la legge Delrio, quei numeri che venivano snocciolati riguardo ad un presunto pagamento maggiore dei coriglianesi viene meno, perché se andiamo a vedere cosa ci garantisce il fondo di solidarietà per i comuni fusi e i vari finanziamenti statali ci accorgiamo che non solo non è così ma raddoppiamo quel di più che ci ritroviamo oggi a pagare». Insomma una mano (quella di coriglianesi e rossanesi) mette e l’altra (quella dello Stato) restituirebbe, questa volta – differentemente dalla normalità – con maggiore gettito, proporzionalmente distribuito».

«I comuni fusi – aggiunge ancora Torchiaro - hanno corsie preferenziali per quel che concerne la programmazione infrastrutturale, per l’aiuto contro il dissesto idrogeologico, o ancora per quanto concerne la messa in sicurezza degli istituti scolastici e una miriade di altri vantaggi che hanno una ricaduta notevole su due comune si “commistionano”». Poi precisa: «Dobbiamo abbandonare lo stereotipo del vicino di casa dispettoso. Dobbiamo volare alto se vogliamo raggiungere i grandi obiettivi».

 

«Corigliano-Rossano dovrà avere un cuore giovane»

E la forza del cambiamento deve partire soprattutto dalle nuove generazioni. «Ai giovani – dice Torchiaro - chiedo di essere intraprendenti e visionari e di non abbandonarsi a quell’idea che tutto procede male e lentamente. Bisogna credere e combattere. Purtroppo a noi hanno sempre fatto credere che il sud ha un destino ineluttabile. Che è quello di andare a morire di assistenzialismo, senza prospettive né idee. Insomma di avere un destino piatto. Non è così. Ai giovani di Corigliano-Rossano – conclude - chiedo di crederci e di impegnarsi il più possibile per rendere forte questa grande Città che ha l’obbligo di avere un cuore giovane».