Il capo politico ad Agorà smentisce il dialogo con i dem e blocca l'iniziativa dell'imprenditore Nino De Masi che puntava a riportare nella partita il re del tonno: «Il nostro statuto non prevede patti con candidati di partito»
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«Callipo? Smentisco qualsiasi accordo con il Pd in Calabria». È netto il capo politico del M5s Luigi Di Maio, che nel corso della trasmissione di Rai3 Agorà ribadisce la linea già espressa in passato: «Quando parlo con Grillo e ci confrontiamo sulle questioni di governo locali siamo tutti e due d'accordo che si può convergere sui temi ma che non possiamo sostenere il candidato di un partito. Se facciamo convergenza sui temi va bene ma non si mai parlato di patti, Ulivi o contro-Ulivi».
Il ministro degli Esteri sembra dunque voler stoppare sul nascere l'iniziativa dell'imprenditore calabrese Nino De Masi, che sta svolgendo il ruolo di intermediario per far ripartire il dialogo tra M5s e Pd. Il testimone di giustizia ha inoltre spiegato di voler convincere Callipo a tornare in campo come candidato di sintesi tra le due forze. Di Maio sembra però avere altre idee, chiarite in relazione alla situazione dell'Emilia Romagna, al centro dell'incontro di ieri con i portavoce e i militanti della regione.
«L'Emilia Romagna – spiega il leader pentastellato – era stata descritta come la regione del M5s in guerra. Io invece ho trovato tanto affetto. Su 60 interventi che ho sentito, 59 hanno detto che dobbiamo andare da soli. Solo uno ha detto di sostenere Bonaccini, ma questo per noi non è possibile per statuto». «Al di là dei tatticismi, sui programmi siamo aperti a tutto. Invece di parlare di accordi, di coalizione, credo si debba pensare a prendere a piene mani dal nostro programma. Noi vi chiederemo di realizzare parte del nostro programma e saremo felicissimi di farlo».