Di Maio avverte Conte: «Senza M5s non esiste il governo»

Il ministro risponde così all’invito del premier a «fare squadra o a uscire dal governo». Zingaretti: «Non si può andare avanti con litigi continui»

di Redazione
21 ottobre 2019
10:15

Senza i voti del Movimento 5 Stelle la manovra non si fa. E nemmeno il governo può restare in piedi. Dopo l'affondo del premier Giuseppe Conte, che ha richiamato all'ordine gli alleati, Luigi Di Maio non molla la presa e chiede una verifica su tre punti “imprescindibili": il carcere per i grandi evasori, la stretta sulle partite Iva, che non vanno toccate, e le multe per chi non accetta il Pos che, sostiene il Movimento, non si possono introdurre senza prima aver abbassato le commissioni.

I giallorossi, insomma, sono a un passo dallo sbando se nel vertice di maggioranza, che dovrebbe vedere Conte riunire a Palazzo Chigi i capidelegazione nel pomeriggio di oggi prima del Consiglio dei ministri, non si riuscirà a trovare una soluzione.


Di Maio risponde a Conte

Sulle parole di ieri del premier Conte che invitava a «fare squadra o a uscire dal governo» Di Maio è chiaro: «I toni 'o si fa così o si va a casa' fanno male al Paese, al governo. In politica si ascolta, si prendono in considerazione le proposte della prima forza politica che è il Movimento 5 Stelle. Se va a casa il Movimento 5 Stelle -  avverte ancora - è difficile che ci sia un governo, anzi quasi impossibile». «Nessun ultimatum - ci tiene a precisare -, io credo solo che bisogna fare in modo che in questo governo ci sia meno nervosismo e mettere al centro le persone e non le proprie opinioni».

Zingaretti: «Non si può andare avanti con litigi continui»

L’avvertimento di Di Maio non piace all'alleato dem di governo. Nicola Zingaretti, infatti, richiama all'ordine i Cinquestelle: «Non si può andare avanti con litigi continui. Gli italiani - sbotta - non sono coglioni. Bisogna rispettare gli accordi. Io ero il più scettico a fare questo governo. Noi saremo molto responsabili, si può andare avanti ma nessuno ricominci a mettere bandierine sulle proprie identità », dice il segretario del Pd a Non è l'Arena.

«Gli italiani - avverte - puniranno chi pensa solo a se stesso. Gli italiani stanno male, sono stanchi di stare male e sono arrabbiati. Bisogna mettere in campo politiche che trasformino questa rabbia in speranza. Non accetterò mai il politico che lucra sui problemi delle famiglie». E ancora: «Non ho problemi a dire che il Pd farà di tutto per andare avanti e dare stabilità, ma se non ci sono risultati dovremo dire agli italiani "non ce lo abbiamo fatta" e chi è stato protagonista dovrà assumersi la responsabilità».

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